Eidg. Finanz Departement (EFD)
EFD: Il Consiglio federale sostiene unicamente con riserva il pacchetto fiscale 2001
Berna (ots)
05 nov 2003 (DFF) Il Consiglio federale sosterrà il pacchetto fiscale nell'ambito del referendum, proponendo però un emendamento delle misure d'accompagnamento del cambiamento di sistema di imposizione della proprietà d'abitazione che tenga conto della costituzionalità e delle possibilità di finanziamento e rispetti la sovranità dei Cantoni. Dato che il Governo si attiene rigorosamente alle prescrizioni del freno all'indebitamento, l'accettazione del pacchetto fiscale comporterebbe la realizzazione coerente di misure sufficienti per sgravare le finanze federali. La combinazione tra minori entrate e un risanamento lacunoso porterebbe a un indebitamento irresponsabile.
Il Consiglio federale sostiene di massima il pacchetto fiscale 2001 perché esso tiene conto dei pilastri centrali di una politica fiscale più sostenibile e più equa. In questo senso l'imposizione della coppia e della famiglia pone fine a un discapito, perdurato per decenni, delle persone coniugate rispetto a quelle che vivono in concubinato. In ambito di tassa di negoziazione sono assunti nella legislazione ordinaria importanti adeguamenti per un ulteriore sviluppo della piazza finanziaria Svizzera.
Problemi di costituzionalità e per le finanze cantonali
Per quanto concerne invece le decisioni prese dalle Camere federali relativamente al cambiamento di sistema di imposizione della proprietà d'abitazione , il Governo oppone riserve costituzionali, federalistiche e finanziarie. Il Consiglio federale ritiene che le misure di accompagnamento decise dal Parlamento bistrattano il principio costituzionale dell'eguaglianza di diritto. Il promovimento dell'accesso alla proprietà di abitazione sancito dalla Costituzione va certo mantenuto alto, ma si tira troppo la corda con una deduzione per spese di manutenzione illimitata verso l'alto e considerato un importo di base non deducibile di soli 4'000 franchi all'anno.
Dal profilo federalistico, la limitazione della sovranità fiscale cantonale è inoltre urtante perché le possibilità di deduzione delle spese di manutenzione e degli interessi passivi in caso di primo acquisto verrebbero definite in cifre nella legge sull'armonizzazione fiscale e i Cantoni non disporrebbero pertanto più di alcun margine manovra di politica finanziaria. Le minori entrate fiscali dei Cantoni e dei Comuni raggiungerebbero un volume superiore di un multiplo alle minori entrate a livello di imposte federali dirette. I Cantoni e i Comuni verrebbero quindi eccessivamente gravati al momento dell'attuazione diretta delle decisioni del Parlamento.
Previsto un disegno di emendamento
Il Consiglio federale intende correggere dal profilo costituzionale e della politica finanziaria le lacune succitate presentando un disegno di emendamento, dopo un'accettazione del pacchetto fiscale nella votazione popolare. Scopo del disegno è di contenere le ripercussioni finanziarie del cambiamento di sistema in modo da raggiungere il quadro inizialmente previsto nel messaggio dell'Esecutivo. I Cantoni dovranno di fatto riprendere il nuovo sistema, senza però essere vincolati all'importo delle deduzioni (deduzione degli interessi passivi in caso di primo acquisto, deduzione delle spese di manutenzione, risparmio mirato per l'alloggio). Sulle questioni spinose si dovrà così tenere maggiormente conto delle legislazioni tributarie dei Cantoni.
Imprescindibilità del programma di sgravio e del freno all'indebitamento
Dato che il Consiglio federale si attiene rigorosamente alle prescrizioni del freno all'indebitamento rispettivamente intende rispettare il piano di abbattimento del deficit secondo il messaggio concernente il programma di sgravio, l'accettazione del pacchetto fiscale comporterebbe la realizzazione coerente di misure sufficienti per sgravare il bilancio della Confederazione. La combinazione tra minori entrate e un risanamento lacunoso porterebbe a un indebitamento irresponsabile.
Informazioni: Lukas Schneider, Amm. federale delle contribuzioni, tel. 031 324 91 29
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