Comunicato stampa: Carenza d’acqua, siccità e temperature elevate: prezzi dell’olio d’oliva alle stelle
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Comunicato stampa
Indice dei prezzi al consumo di Comparis ottobre 2023
Carenza d’acqua, siccità e temperature elevate: prezzi dell’olio d’oliva alle stelle
Secondo l’indice dei prezzi al consumo di Comparis*, a ottobre 2023 i prezzi dei beni di uso quotidiano in Svizzera sono aumentati del 2,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Rispetto a settembre 2023, i prezzi sono invece saliti dello 0,2%. Oltre alle console per videogiochi e ai giochi elettronici (+5%), i prezzi dell’olio d’oliva sono cresciuti del 3,6% rispetto allo scorso mese. «Per il secondo anno consecutivo, la scarsità d’acqua, la siccità e il caldo hanno causato gravi perdite di produzione in Andalusia. L’offerta notevolmente ridotta si traduce in forti aumenti dei prezzi dell’olio d’oliva», afferma l’esperto di finanze di Comparis Dirk Renkert.
Zurigo, 16 novembre 2023 – L’indice dei prezzi al consumo di Comparis, pubblicato in collaborazione con il Centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico federale di Zurigo (ETH), misura l’inflazione percepita dai consumatori. Per il calcolo viene considerato esclusivamente l’andamento dei prezzi dei beni consumati regolarmente dalla popolazione, come generi alimentari, medicamenti o vestiti, rimuovendo gli affitti e altri beni durevoli.
Secondo l’indice dei prezzi al consumo di Comparis, in Svizzera a ottobre 2023 i prezzi dei beni di uso quotidiano sono saliti del 2,2% rispetto a un anno fa. L’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC) calcolato dall’Ufficio federale di statistica è aumentato dell’1,7%.
Prezzi in aumento rispetto al mese precedente
Rispetto a settembre 2023, i prezzi nel paniere svizzero di Comparis sono saliti dello 0,2% (IPC: -0,1%). Già il mese precedente i costi per i beni di uso quotidiano erano scesi della stessa percentuale (IPC: -0,1%).
«Probabilmente qualcuno è rimasto sorpreso dall’aumento moderato dell’IPC, dato che i primi rincari degli affitti a danno degli inquilini sono iniziati già all’inizio di ottobre. Tuttavia, secondo la metodologia dell’UST per il calcolo dell’IPC, questi incrementi non vengono presi in considerazione mensilmente, ma solo ogni tre mesi. Pertanto, gli effetti dovrebbero essere visibili solo a novembre», spiega Renkert.
Il maggiore aumento dei prezzi rispetto al mese precedente
Nell’ultimo mese molti altri prodotti hanno subito un rincaro. I prezzi della categoria «Altri stampati» sono aumentati del 12,5% (settembre: -1,8%).
I consumatori devono anche pagare di più per le calzature da uomo: i prezzi sono cresciuti del 5,3% a ottobre (settembre: +0,8%).
Tra i cinque prodotti che più di tutti hanno subito un rincaro figurano il vino rosso (+3,5%), gli accessori per l’abbigliamento (+3,3%) e le calzature da bambini (+3,1%).
Nel mese di ottobre i prezzi di margarina, grassi e oli commestibili sono saliti dello 0,8% rispetto a settembre. Questa categoria comprende anche l’olio d’oliva, il cui prezzo è aumentato del 3,6%. «Quest’anno le condizioni meteorologiche avverse nei principali paesi produttori, ovvero Spagna, Italia e Grecia, hanno rovinato il raccolto. In Andalusia, la più grande regione olivicola della Spagna, l’estrema carenza d’acqua, la siccità e le temperature elevate hanno compromesso la produzione di olive per il secondo anno consecutivo. Il calo dell’offerta si è tradotto in un forte aumento dei prezzi. Rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, il rincaro è stato addirittura del 24%», continua Renkert.
Il maggior calo dei prezzi rispetto al mese precedente
Nel mese di ottobre, si è assistito a un calo dei prezzi di alcuni prodotti. Per esempio, i consumatori hanno speso il 3,2% in meno per lo zucchero rispetto a settembre. Anche i materiali per le riparazioni dell’abitazione sono diventati più economici (-2,9%).
Sono inoltre diminuiti i prezzi dell’acqua minerale naturale (-2,7%), del settore alberghiero (-2,3%) e del tè (commercio al dettaglio; -2,2%).
In Svizzera l’inflazione è molto contenuta rispetto al resto d’Europa
Dando un’occhiata oltre confine si nota che il rincaro in Svizzera su base annua è più contenuto rispetto all’eurozona. Secondo Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione Europea, negli ultimi 12 mesi i prezzi nella zona euro sono cresciuti del 2,9%. A ottobre il tasso di inflazione era dello 0,1%.
Il rincaro più elevato è percepito dalle coppie di over 65 anni senza figli
Negli ultimi dodici mesi, il rincaro ha colpito soprattutto le coppie over 65 senza figli, che attualmente percepiscono un tasso di rincaro del 2,3% rispetto all’anno scorso.
Per questa categoria di popolazione, anche a ottobre la vita è diventata ancora più costosa rispetto al mese precedente (+0,1%).
Dal punto di vista puramente matematico, le coppie al di sotto dei 65 anni senza figli percepiscono un rincaro inferiore. Con 107,4 punti, l’inflazione percepita negli ultimi 12 mesi da questa categoria di popolazione è stata del 2,2%.
L’inflazione è percepita soprattutto dalle economie domestiche più abbienti
Considerando il reddito, rispetto allo scorso anno il costo della vita è cresciuto soprattutto per la fascia di reddito più alta. L’indice dei prezzi al consumo per questa categoria è aumentato del 2,3%. A ottobre il rincaro è stato dello 0,2%.
La fascia di reddito medio-alta è stata la meno colpita dal rincaro. Rispetto all’anno scorso, i prezzi per questa categoria sono cresciuti dell’2,1%. Lo scorso mese invece i prezzi dei beni consumati dalla fascia di reddito medio-alta sono saliti dello 0,2%.
Nessuna differenza tra le regioni linguistiche
La Svizzera tedesca, francese, italiana e romancia hanno tutte registrato un rincaro del 2,2%. Nel mese di ottobre il livello dei prezzi è aumentato dello 0,2% in ogni regione linguistica.
* Indice dei prezzi al consumo di Comparis
L’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC) misura l’andamento dei prezzi sulla base di un paniere rappresentativo di circa 1’050 beni e servizi. Una continua diminuzione del potere d’acquisto o un aumento del livello medio dei prezzi sono sintomi di inflazione. L’IPC comprende 12 categorie principali, tra cui investimenti a lungo termine e affitti. Non sono tuttavia considerate grandi voci di spesa come i premi delle assicurazioni sociali o le imposte dirette. L’IPC non rispecchia quindi l’effettivo rincaro percepito dai consumatori.
L’indice dei prezzi al consumo di Comparis, pubblicato in collaborazione con il Centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico federale di Zurigo (ETH), mostra l’inflazione realmente percepita rimuovendo i dati IPC relativi agli affitti e ai beni durevoli come auto e mobili. Vengono inoltre presi esplicitamente in considerazione singole tipologie di economie domestiche, fasce di reddito e regioni linguistiche. Viene anche fatto un confronto dei prezzi su 20 anni e vengono effettuati calcoli propri per singoli gruppi di prodotti (*). Se le cifre al di fuori delle categorie economie domestiche, fasce di reddito e regioni linguistiche non sono contrassegnate con un asterisco, significa che i dati provengono dall’IPC, che viene calcolato dall’Ufficio federale di statistica (UFS).
La base di dati per l’indice dei prezzi al consumo di Comparis è costituita dall’indice nazionale dei prezzi al consumo ( IPC) e dall’indagine sul budget delle economie domestiche (IBED). Le ponderazioni per i nuovi indici dei prezzi si basano sull’ IBED. Successivamente, vengono calcolati gli indici di Laspeyres a catena con le serie di prezzi dell’IPC. La base dell’indice è dicembre 2017 (corrisponde al 100%).
Maggiori informazioni
Dirk Renkert esperto di finanze telefono: 044 360 53 91 e-mail: media@comparis.ch comparis.ch/hypoplus
Chi è comparis.ch
Con oltre 80 milioni di visite all’anno, comparis.ch è uno dei siti web svizzeri più utilizzati. L’azienda confronta tariffe e prestazioni di casse malati, assicurazioni, banche, gestori di telefonia e presenta la più grande offerta online di auto e immobili in Svizzera. Grazie ad ampi confronti e valutazioni esaustive, Comparis porta trasparenza sul mercato, rafforzando così il potere decisionale dei consumatori. La società è stata fondata nel 1996 dall’economista Richard Eisler.