Discours suisse - Paradisi fiscali in Svizzera: cosa dice il professore di etica economica (Scheda 2)
Berna (ats)/ (ots)
Uno studioso che da quasi un decennio critica la politica fiscale della Svizzera è il professor Peter Ulrich, direttore dell'Istituto di etica economica all'Università di San Gallo (HSG).
Per Ulrich, la posizione dei cantoni che si fanno concorrenza per attirare contribuenti facoltosi è "ipocrita". Una politica "attrattiva per chi?" si chiede il professore. Una concorrenza fiscale eccessiva - come in parte si osserva in Svizzera - porta ad una lotta per accaparrarsi i "migliori" contribuenti, proprio come succede fra le casse malattia che cercano di rubarsi a vicenda i "rischi migliori".
È interessante notare - prosegue il professore - che sono "praticamente soltanto i piccoli cantoni a seguire questa politica poco solidale, perché soltanto loro possono permettersi di attirare persone ricche e compensare ampiamente la partenza di contribuenti che risiedono da tempo nel cantone".
Per il professore - che alla fine di luglio lascia la cattedra universitaria per ritirarsi in pensione - la concorrenza fiscale a tutti i costi è legata alle antiquate teorie liberali del "laissez- faire". Le teorie economiche moderne presuppongono invece ordinamenti politici che rendano possibile una "società di cittadini liberi e con uguali diritti".
Questi principi non si lasciano ridurre all'idea del libero mercato, perché ciò porterebbe ad una società in cui i soggetti economicamente più forti possono imporre i propri interessi a spese dei più deboli, afferma Ulrich.
Il professore si dice convinto che "il comportamento dei piccoli cantoni che creano incentivi per attirare persone facoltose e società ha contribuito ad aumentare le critiche internazionali verso la politica fiscale elvetica". Il problema è che sono i cantoni a prendere le decisioni in materia fiscale, mentre la Confederazione si occupa della politica estera.
L'Istituto di etica economica dell'ateneo sangallese ha recentemente attirato l'attenzione per le affermazioni che il suo vicedirettore Ulrich Thielemann ha fatto davanti ad una commissione del parlamento tedesco. Il 25 marzo scorso Thielemann aveva affermato che in Svizzera "circolano argomentazioni avventurose per giustificare il segreto bancario", aggiungendo che il paese si muove solo quando è sottoposto a pressioni. La direzione dell'HSG si era ufficialmente distanziata.
"La posizione del nostro istituto è stata elaborata in uno studio realizzato nove anni fa", puntualizza il professor Ulrich. "Peccato che in tutto questo tempo quasi nessuno, nemmeno i media, abbia voluto ascoltarci".
La successione alla testa della cattedra del professor Ulrich rischia intanto di provocare altre discussioni. L'ex consigliere federale Christoph Blocher (UDC) ha infatti annunciato pubblicamente di aver presentato la sua candidatura.
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