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Media Service: Consiglio svizzero della stampa; Presa di posizione 70/2011 (http://presserat.ch/_70_2011.htm) Parti: X c. «Neue Zürcher Zeitung» Tema: indipendenza giornalistica Reclamo accolto
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Interlaken (ots)
Riassunto L'ex collega non è più giornalista! Dietro una determinata sigla il pubblico può avere l'abitudine di identificare un giornalista. Se però tale sigla viene usata anche dopo che il giornalista ha cambiato professione, anche l'etichetta deve essere modificata. Lo constata il Consiglio della stampa nel caso di un notissimo collaboratore della «Neue Zürcher Zeitung». Gerhard Schwarz è stato redattore economico della NZZ dal 1981 al 2010: per i lettori la sigla «G.S.» era dunque specie di marchio di fabbrica. Nel novembre 2010 egli è passato alla direzione di «Avenir Suisse». Cinque mesi dopo, annunciando che Schwarz avrebbe tenuto una rubrica mensile nel dorso economico del giornale, dal titolo «Die wirtschaftspolitische Grafik», il giornale si dava cura di precisare il cambiamento di funzione di «G.S.». In seguito, però, tale precisazione risultava omessa: l'articolo è firmato con la sigla «G.S.» e basta. Il fatto ha indotto un lettore a sostenere, davanti al Consiglio della stampa, che il cambiamento di funzione non è «innocuo»: «Avenir Suisse» è un «think tank» che prende posizione su questioni di economia e di politica, la sigla «G.S.» non è dunque più sinonimo di giornalismo indipendente e la nuova qualifica dovrebbe essere segnalata ogni volta al pubblico. Confrontata con questa richiesta, la redazione della NZZ osserva che la sigla «G.S.» è quasi un secondo nome di Gerhard Schwarz: sarebbe ridicolo che tale sua nuova qualifica fosse segnalata ogni volta. Il Consiglio della stampa è stato d'altro parere. Se il giornale affida al suo ex giornalista una rubrica regolare nel dorso economico, e pertanto lo ritiene ancora e sempre «uno dei nostri», è irrealistico pretendere che ogni lettore della NZZ sappia che «G.S.» non è un redattore del giornale ma il responsabile di un'azienda esterna. L'indicazione della nuova qualifica di Gerhard Schwarz è dunque ritenuta dal Consiglio della stampa una necessità, come del resto dimostra la pratica seguita dal domenicale «NZZ am Sonntag».
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