Schweizer Presserat - Conseil suisse de la presse - Consiglio svizzero della stampa
Media Service: Evitare le accuse anonime e gratuite, Consiglio svizzero della stampa Presa di posizione 2/2014
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Bern (ots)
Il 12 settembre 2013, «20 minutes en ligne» pubblicava un articolo intitolato «Ce coach en entreprise est un filou sans le sou» («Questo consulente d'impresa è un imbroglione squattrinato»). Il giornale gratuito riferiva di critiche raccolte tra commercianti (senza per altro nominarli). Per esempio, la proprietaria di un ristorante di Yverdon, dice di essersi «morsa le dita» constatando quanto denaro le aveva fatto perdere («un gran buco finanziario»). Altri quattro commercianti non citati per nome rincaravano la dose parlando di un «ciarlatano poco raccomandabile», di «un gran manipolatore», appunto: un «imbroglione squattrinato» («filou sans le sou»). Del cinquantenne «consulente» il giornale si limitava a precisare che la persona si definiva «oggetto di rappresaglie» e «vittima di una vendetta». Circa le perdite finanziarie causate, l'articolista non gli dava la possibilità di spiegarsi.
Il Consiglio svizzero della stampa ha accolto il reclamo presentato contro il giornale, perlomeno nei punti essenziali. Violata risulta a suo parere soprattutto la Cifra 7 della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista»: l'articolo è una raccolta di accuse anonime e gratuite. Violata pure la Cifra 3 della Dichiarazione, che prescrive di raccogliere la reazione delle persone oggetto di addebiti gravi. La redazione avrebbe dovuto offrire al «consulente» la possibilità di reagire. Perlomeno, il giornale avrebbe dovuto (secondo la Cifra 4 della Dichiarazione) informarlo - essendo lui poco al corrente delle regole mediatiche - che era suo diritto conoscere il senso dell'articolo prima della pubblicazione.
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