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Media Service: Consiglio svizzero della stampa: Presa di posizione 7/2014 (Hildebrand c. «Blick»)
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Bern (ots)
Può la redazione di un giornale pubblicare in prima pagina la lettera di un lettore che riferisce voci e illazioni non verificate e poi rifiutare ogni responsabilità per il contenuto e respingere l'accusa di violazione della sfera privata? No, dice il Consiglio della stampa, soprattutto perché il rilievo dato all'intervento dava al pubblico l'impressione che si trattasse di fatti assodati. Il giornale in causa è il "Blick", che il 13 novembre 2013 dava il massimo risalto, nella posizione in pagina e nel titolo, a una lettera dell'ex segretario di Christoph Blocher contenente pesanti insinuazioni sulla vita privata dell'ex presidente del direttorio della Banca Nazionale Philipp Hildebrand. Era chiaro che si trattava della lettera di un privato, ma, suggerendo che la mossa poteva essere stata dettata da Christoph Blocher in persona, il giornale dava credito alla serie di nuove accuse e illazioni. Il «Blick» fa valere che la pubblicazione era dovuta a un malinteso tra l'autore e la redazione, e che il giorno dopo è stata pubblicata una messa a punto. In tal modo, tuttavia, si è data ancora più corda alle insinuazioni, dando loro valenza politica, lasciando credere, insomma, che si trattava di un ulteriore scalino di un odio politico. La conclusione del Consiglio della stampa è che il «Blick» ha mancato al dovere di rispetto della verità, non ha consultato la persona oggetto di gravi addebiti, non ha rettificato correttamente la notizia e ha violato la sfera privata della persona criticata.
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