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Media Service: Il Consiglio della stampa denuncia la "giustizia segreta" La conferenza stampa annuale del Consiglio svizzero della stampa
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Bern (ots)
Il Consiglio della stampa denuncia la "giustizia segreta"
La conferenza stampa annuale del Consiglio svizzero della stampa
La pubblicità dei processi è un elemento fondamentale dell'esercizio democratico della giustizia. In Svizzera, attualmente, le procedure accelerate e un numero crescente di disposizioni giudiziarie mettono in causa tale principio. Il Consiglio della stampa ritiene minacciato il diritto del pubblico all'informazione.
Nella sua più recente presa di posizione, l'organismo di deontologia dei giornalisti svizzeri sottolinea l'importanza del principio di pubblicità che presiede ai provvedimenti coercitivi e alle procedure e lancia un appello in favore di una maggiore libertà della cronaca giudiziaria. Per la prima volta, tale sua presa di posizione è rivolta direttamente ai più alti responsabili in Svizzera: alla ministra della giustizia Simonetta Sommaruga, al presidente del Tribunale federale, al procuratore capo della Confederazione, alla Conferenza dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e alla Conferenza dei procuratori pubblici del nostro Paese.
La pubblicità dei processi - rileva il Consiglio della stampa - è una delle conquiste fondamentali dello stato di diritto liberale. La trasparenza dei procedimenti è essenziale per la fiducia che il cittadino deve avere in una giustizia indipendente e corretta. Riforme in senso efficientista hanno avuto come risultato di sottrarne la gestione ai tribunali, e perciò al pubblico. Se i giudici rinunciano a interrogare i testimoni e i pubblici ministeri non interrogano più gli imputati, a venir compromessa è la retta comprensione dei casi e del loro esito. La presenza dei media, perché siano garantiti pubblicità e controllo democratico, è necessaria.
Circa questo particolare aspetto, il Consiglio della stampa constata : "Perché i giornalisti possano svolgere la funzione di 'cani da guardia della democrazia" deve essere assicurato loro un accesso quanto più facile possibile agli atti d'accusa, alle sentenze, ai decreti d'abbandono e ai decreti d'accusa. In casi motivati dev'essere loro concessa anche la consultazione degli atti". "Dato il gran numero di sentenze e di decreti d'accusa è necessario - sottolinea ancora il Consiglio della stampa - adeguare le disposizioni vigenti, per esempio circa i termini, che si vorrebbero più lunghi e unificati, ossia anche oltre le scadenze normali. Tribunali e procure devono di propria iniziativa assicurare un'adeguata trasparenza, per esempio consentendo un accesso semplificato via Internet, come d'altronde è possibile già ora presso il Tribunale federale e alcune autorità giudiziarie cantonali esemplari.
Le condizioni di accesso poste ai giornalisti non devono essere inasprite a piacere e le norme dell'accredito essere abusate per mettere i giornalisti sotto pressione. Molte limitazioni di contenuto che i tribunali impongono alla stampa intralciano il lavoro dei cronisti giudiziari: "dovrebbero perciò essere ridotte al minimo". Anche le richieste dei prevenuti di escludere la pubblicità del dibattimento dovrebbero essere accolte dai tribunali con molta cautela. Disposizioni che riguardano il contenuto degli articoli rappresentano un limite alla libertà di espressione e di stampa.
L'organismo di deontologia sottolinea pure la responsabilità che hanno i mass media di riferire in modo corretto sull'attività dei tribunali, specialmente circa il rispetto della presunzione d'innocenza e le restrizioni circa la pubblicazione dei nomi, la protezione della sfera privata e il dovere di riferire se un caso si conclude con un'assoluzione in una fase successiva.
Il Consiglio della stampa è giunto a queste conclusioni consultando degli esperti. Dalle testimonianze raccolte è emerso chiaramente che il controllo pubblico sull'esercizio della giustizia è a rischio. Con la presa di posizione intitolata "Restrizioni al lavoro dei giornalisti e altri ostacoli alla pubblicità della giustizia", il Consiglio intende reagire alla tendenza sottolineando una serie di esigenze concrete.
Dovere di pubblicazione
Nel suo rapporto sulle principali attività del Consiglio della stampa nel 2014, il presidente Dominique von Burg rileva che molto redazioni si rifiutano di pubblicare - sia pure riassunte - le prese di posizione negative che le riguardano. Non solo tale obbligo morale è iscritto nel preambolo della "Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista", ma l'omissione equivale a una evidente mancanza di rispetto del proprio pubblico. La presidenza del Consiglio si impegnerà, insieme con il Consiglio di fondazione, per trovare vie e mezzi utili al rispetto di questo impegno.
L'Annuario 2015
Il Consiglio della stampa ha presentato nel corso della conferenza stampa un nuovo numero del proprio Annuario, consultabile al sito http://www.presserat.ch/Documents/Jahrheft_2015.pdf). Nel Rapporto annuale si danno notizia dei casi più significativi dell'esercizio trascorso, vi è pure un riassunto della presa di posizione sul funzionamento della giustizia.
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