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Media Service: Il Consiglio della stampa accoglie un ricorso contro il «Blick»: L'accordo del direttore non bastava (Presa di posizione 38/2017)
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Bern (ots)
Parti: X. c. «Blick» e «blick.ch»
Tema: Recht am eigenen Bild / Sfera privata / Dignità delle persone
Reclamo parzialmente accolto
Riassunto
In un servizio su una casa per malati di Alzheimer della Thailandia il «Blick» non avrebbe dovuto basarsi solo sull'accordo del direttore dello stabilimento di cura ma prima di filmarli avrebbe dovuto raccogliere il consenso dei pazienti o dei loro rappresentanti legali.
In quello stabilimento specializzato sono ricoverati molti pazienti svizzeri: sono pensionati che vi trascorrono la sera della loro vita. Nel servizio si mostravano non solo gli ambienti, ma si intervistava il direttore e si mostravano persone di cui si dava il nome e si precisava il domicilio in Svizzera prima del ricovero. Il compagno di una di quelle pazienti si è rivolta al Consiglio svizzero della stampa denunciando una violazione della sfera privata di una di quelle persone. Non solo non vi sarebbe stato accordo da parte dell'interessata, ma anche semplicemente mostrandola in quelle condizioni di sofferenza costituisce a parere del reclamante violazione della sua dignità di persona. D'altra parte, in quello stato difficilmente la donna sarebbe stata in grado di dare un consenso cosciente e riflettuto. Il «Blick» si giustifica sostenendo di aver chiesto e ottenuto l'accordo a filmare la casa e i pazienti da parte del direttore.
Il Consiglio della stampa ha accolto in gran parte le ragioni del reclamante, in quanto il diritto alla propria immagine e alla tutela della propria sfera personale sono tra i beni più meritevoli di protezione. Un accordo generico del direttore non bastava: occorreva il consenso di ogni singolo paziente mostrato. D'altra parte, il direttore non era in possesso di un'autorizzazione esplicita da parte delle persone ricoverate: solo un accordo caso per caso, con i singoli pazienti oppure con un loro rappresentante legale, avrebbe giustificato le riprese. Violazione della sfera privata, dunque. L'offesa alla dignità delle persone non è stata invece ritenuta.
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