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Per un'efficace protezione dei giovani: nessuna pubblicità di bevande alcoliche alla radio e alla tv
Lausanna (ots)
L'Istituto svizzero di prevenzione dell'alcolismo e altre tossicomanie (ISPA) si oppone alla proposta di permettere la diffusione della pubblicità di bevande alcoliche da parte delle emittenti radiofoniche e televisive private. L'abitudine di bere fino a ubriacarsi ha registrato tra i giovani un preoccupante aumento, come preoccupante è anche l'aumento del consumo di birra registrato tra i ragazzi. Se la pubblicità a favore dell'alcol aumenta, queste infauste tendenze saranno ancor più marcate.
Il 2 marzo, il Consiglio nazionale affronterà la revisione della Legge federale sulla radiotelevisione (LRTV) che in futuro consentirà ai media elettronici privati di pubblicizzare la birra e il vino. L'Istituto svizzero di prevenzione dell'alcolismo e altre tossicomanie (ISPA) è contrario alla liberalizzazione proposta, poiché potrebbe favorire un maggior consumo di bevande alcoliche presso i giovani.
Le ubriacature e il consumo di birra sono in aumento
Lo studio condotto dall'ISPA sui giovani in età scolare mostra che in questi ultimi anni l'abitudine dei giovani tra i 15 e i 16 anni di bere fino a ubriacarsi ha registrato un preoccupante aumento. Negli ultimi quattro anni, il consumo di birra tra i ragazzi di questa fascia d'età è cresciuto di più del 10 per cento. Questa realtà deve farci riflettere, visto che il rischio di sviluppare problemi dovuti all'alcol diventa tanto più grande quanto più presto si comincia a bere.
È ormai assodato da molti studi che la pubblicità influenza il comportamento consumistico. I giovani sono alla ricerca di un'identità propria e, di conseguenza, sono molto sensibili agli stili di vita piacevoli associati al consumo di alcolici. Se la pubblicità presenta ai giovani solo gli aspetti positivi del bere, i messaggi preventivi dell'alcol come sostanza che dà dipendenza rischiano di passare inosservati.
I divieti di pubblicità hanno un effetto preventivo
Gli studi sin qui condotti mostrano che nei paesi in cui è vietato pubblicizzare bevande alcoliche e tabacco, i giovani incominciano a bere e a fumare più tardi e, in generale, il consumo di tali prodotti è inferiore che nei paesi con disposizioni più liberali in materia. A causa delle proprietà psicoattive e della dipendenza che provocano, le bevande alcoliche non sono beni di consumo come tutti gli altri, ragione per cui gli aspetti da considerare in sede di dibattito non sono prioritariamente economici, bens" di carattere politico-sanitario. Il divieto di pubblicità per l'alcol alla radio e alla televisione è un principio inderogabile per la protezione dei giovani e della salute che non può essere intaccato dalla legge.
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