L'UFR esamina la questione della persecuzione non statale
Berna (ots)
L'Ufficio federale dei rifugiati (UFR) esamina la questione della persecuzione non statale. È ciò che il Consiglio federale ha ritenuto nella sua risposta a due interpellanze della Consigliera agli Stati Christine Beerli e della Consigliera nazionale Trix Heberlein, che hanno chiesto informazioni relative alla cosiddetta teoria della protezione. L'esito dell'esame dovrebbe essere inserito nel messaggio relativo alla revisione in corso della legge sull'asilo.
Né la Convenzione di Ginevra sui rifugiati né la legge federale sull'asilo forniscono l'esplicita definizione di persecutore. Finora riconosce a una persona che ha chiesto asilo il carattere del rifugiato, soltanto se essa è perseguita da organi statali o parastatali. La grande maggioranza degli Stati industriali occidentali (senza la Germania) ha adottato la teoria della protezione in base alla quale essi garantiscono l'asilo anche se la persecuzione è opera di privati.
Visto che la tendenza va sempre più verso un riconoscimento della persecuzione non statale, l'UFR ha deciso di rivedere la sua prassi. Esso ha adottato il punto di vista dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR), della Germania e della Francia sulla questione della persecuzione non statale. Esso ha inoltre esaminato approfonditamente la giurisprudenza di diversi Stati - segnatamente Inghilterra e Canada - che hanno ripreso la teoria della protezione. Infine esso esamina altres" la questione delle eventuali ripercussioni del cambiamento di prassi sulla procedura di riconoscimento.
Soltanto un concetto di rifugiato formulato in modo aperto e non restrittivo permette, come sottolineato dal Consiglio federale nella sua risposta, alle autorità di reagire in modo flessibile alle mutate situazioni di persecuzione e di fuga, di garantire per tempo la protezione e di adeguare la prassi di riconoscimento ai principi fondamentali della Convenzione sui rifugiati.
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