economiesuisse - La via bilaterale ha un futuro
Svizzera - UE: analisi della situazione attuale dell'economia
Zürich (ots)
Secondo gli ambienti economici la via bilaterale costituisce anche per il futuro il giusto fondamento della politica europea della Svizzera. L'applicazione degli accordi esistenti, nonché la loro estensione ai nuovi Stati membri dell'UE, sono di grande importanza. A prescindere da singoli ambiti supplementari (elettricità, libero scambio di prodotti agricoli), i bisogni dell'economia svizzera in merito a nuovi accordi con l'UE sono al momento ampiamente soddisfatti. Un'adesione all'UE non è in discussione per l'economia svizzera, poiché comporterebbe numerosi inconvenienti. In un prossimo futuro vi sono due importanti decisioni da prendere: la continuazione e l'estensione della libera circolazione delle persone ai nuovi Stati membri. La Svizzera deve inoltre resistere alle pressioni dell'UE in materia di imposizione delle imprese. Nel dossier politica pubblicato oggi da economiesuisse "Le relazioni tra la Svizzera e l'UE e le sfide future" vengono esaminati questi aspetti.
Il trattato bilaterale Svizzera - UE permette all'economia svizzera un buon accesso al mercato interno. Oltre al libero scambio, la libera circolazione delle persone si rivela essere sempre più come l'indispensabile elemento centrale degli accordi. Il corrispondente accordo è entrato in vigore nel 2002 per un periodo iniziale di sette anni. Prima della sua scadenza, il 31 maggio 2009, la Svizzera deciderà nella forma di un decreto federale soggetto a referendum sulla continuazione della libera circolazione delle persone. L'accordo odierno si applica ai 25 primi Stati membri dell'UE. In effetti, l'adesione della Romania e della Bulgaria rende necessari nuovi negoziati, che si sono aperti in estate. Se le domande di referendum sulla continuazione e sull'estensione dell'accordo sulla libera circolazione dovessero riuscire, questi temi saranno probabilmente sottoposti al voto nel primo semestre 2009. Una decisione negativa corrisponderebbe a creare una discriminante nei confronti di alcuni membri dell'UE e metterebbe in pericolo l'accesso al grande mercato dell'UE. Gli accordi bilaterali nella loro globalità potrebbero essere rimessi in discussione, ciò che non è accettabile dal punto di vista dell'economia.
Per quanto concerne i regimi fiscali cantonali la Svizzera non deve piegarsi alle pressioni dell'UE. La sovranità fiscale non è negoziabile. La valutazione dei regimi fiscali cantonali da parte della Commissione dell'UE e delle autorità svizzere è fondamentalmente diversa, le posizioni sono inconciliabili. Per contro, è sensata la strategia decisa dal Consiglio federale di dialogare con l'UE e di farle conoscere più da vicino le particolarità del sistema fiscale svizzero. Ciò non deve impedire alla Svizzera di adottare misure autonome per ottimizzare il proprio sistema fiscale.
La via scelta finora è appropriata per il nostro paese secondo una prospettiva globale. E' indispensabile intrattenere buone relazioni con i nostri partner europei e contemporaneamente essere pronti ad affrontare la concorrenza mondiale. La strategia della Confederazione in materia di politica economica estera - sviluppo della rete di accordi con paesi extra europei - va nella giusta direzione.
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