economiesuisse - Difendere la piazza economica svizzera
Salvaguardare gli interessi dell'industria, dei servizi e della finanza
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Zürich (ots)
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In occasione della sua riunione del 30 marzo 2009, il Comitato di economiesuisse ha discusso intensamente in merito alla situazione economica generale. Jean-Pierre Roth, presidente della Banca nazionale, ha valutato la situazione in modo esaustivo. In particolare, alcune imprese esportatrici sono confrontate ad un brusco calo della domanda. Il Comitato ha adottato all'unanimità la risoluzione allegata per la difesa della piazza economica e della piazza finanziaria svizzere.
L'economia svizzera è confrontata alla peggiore recessione dopo la Seconda Guerra mondiale. Il volume degli scambi mondiali è diminuito di un quinto in un lasso di tempo molto breve. Di conseguenza, numerose imprese svizzere hanno registrato un crollo delle loro esportazioni ed hanno ridotto i loro investimenti. I fattori che hanno sostenuto la crescita negli scorsi anni frenano ormai l'attività economica. La piazza finanziaria è sotto pressione e numerose aziende d'esportazione sono pure colpite dalla crisi mondiale.
In reazione alla crisi economica, vengono messi in atto ovunque nel mondo misure congiunturali e piani di salvataggio. Per quanto concerne la Svizzera, Gerold Bührer, presidente di economiesuisse, sottolinea che l'« attivismo non risolve i problemi a lungo termine. Affinché la Svizzera esca rafforzata dalla crisi, la politica economica deve continuare a perseguire prioritariamente la crescita a lungo termine. La politica congiunturale dovrebbe intervenire solo a titolo sussidiario per attenuare la diminuzione della congiuntura. » Per stabilizzare la congiuntura bisogna focalizzarsi sulla politica monetaria, gli stabilizzatori automatici ed evitare gli aumenti d'imposta. Le misure sussidiarie di politica congiunturale devono rispettare il freno all'indebitamento e soddisfare i tre seguenti criteri: le misure devono agire rapidamente, devono essere mirate e limitate nel tempo, alfine di evitare un indebitamento incontrollato.
Considerati gli attacchi nei confronti della piazza finanziaria svizzera, il Comitato ha adottato all'unanimità la risoluzione allegata per la difesa degli interessi della piazza economica. Quest'ultima riassume la posizione di economiesuisse in relazione al segreto bancario e l'assistenza amministrativa sulle questioni fiscali.
Risoluzione per la difesa della piazza economica svizzera Difendere fermamente gli interessi della Svizzera e cooperare senza rinunciare alla sfera privata
Lo sviluppo mirato dell'assistenza amministrativa in materia fiscale associato al mantenimento del segreto bancario costituisce un approccio accettabile per una cooperazione internazionale sulle questioni fiscali. La decisione di cooperare non deve sfociare in un sistema in cui si metterebbe a nudo il cittadino con uno scambio automatico di informazioni. Inoltre, si devono applicare regole identiche a tutte le piazze finanziarie. L'economia si attende dalle nostre autorità che esse respingano fermamente gli attacchi ingiustificati provenienti dall'estero e che la nostra politica estera difenda fermamente i nostri interessi economici nazionali.
Nell'ottica delle future discussioni a livello internazionale (vertice del G20 e OCSE), economiesuisse ha effettuato un nuovo punto della situazione in merito alla cooperazione internazionale sulle questioni finanziarie e fiscali ed ha valutato le possibilità d'azione in una prospettiva consolidata dal punto di vista della piazza finanziaria, dell'industria e dei servizi. Tutti i settori rappresentati nel Comitato di economiesuisse, nonché le Camere di commercio e dell'industria cantonali condividono lo stesso parere. Il 30 marzo 2009 il Comitato ha dunque adottato all'unanimità la seguente risoluzione:
1. L'economia avverte la necessità di una cooperazione con i paesi stranieri. Ciò concerne pure la cooperazione in relazione alle frodi fiscali. Tuttavia, un'eventuale soluzione dovrà necessariamente essere applicata a tutte le grandi piazze finanziarie del mondo (Londra, Isole Anglo-Normanne, Stati americani come il Delaware, le Bahamas, Singapore, Hongkong, il Lussemburgo, ecc.). Per quanto concerne le regole in materia di lotta contro il riciclaggio di denaro e le regole « know your customer », le norme internazionali applicate in Svizzera devono essere messe in atto anche sulle altre piazze finanziarie.
2. Il segreto bancario protegge la sfera privata legittima, ma non un perseguimento penale a seguito di un'azione delittuosa. L'estensione dell'assistenza amministrativa a talune situazioni deve avvenire secondo le regole in vigore nell'OCSE nell'ambito di una revisione di convenzioni di doppia imposizione esistenti. Gli accordi che saranno trovati devono essere vincolanti e definitivi. Essi devono pure regolare l'accesso ai mercati esteri dalla Svizzera per le attività interessate.
3. L'economia si oppone fermamente ad uno scambio automatico di informazioni tra le autorità e le inchieste a carattere sommario (« fishing expeditions »). In uno Stato di diritto, l'assistenza amministrativa e giudiziaria deve aver luogo soltanto se esistono sospetti concreti e riguardare casi chiaramente identificati. Mettere a nudo il cittadino di fronte allo Stato non è conciliabile con i valori fondamentali della Svizzera. Bisogna proteggere la sfera privata del cittadino.
4. Occorre abbreviare fortemente le procedure di assistenza amministrativa e giudiziaria, facendo in modo che sia garantito un ricorso contro la prima decisione, conformemente ai principi dello Stato di diritto. Queste procedure devono pure essere rispettate dagli Stati che ne beneficiano.
5. L'iscrizione della Svizzera su una lista nera di Stati non cooperativi o di paradisi fiscali - nota bene senza che l'OCSE consulti preliminarmente il nostro paese - è inaccettabile. La Svizzera possiede una rete di accordi bilaterali densa e rispetta scrupolosamente i propri impegni. Bisogna resistere alle pressioni ingiustificate e indifendibili esercitate sulla Svizzera da parte di altri Stati.
6. Nella sua politica estera la Svizzera deve mostrarsi più decisa e presentare un fronte unito - al pari degli altri paesi concorrenti - per concentrarsi nella difesa degli interessi nazionali della nostra piazza economica, senza perdere tempo in questioni secondarie. A livello mondiale le imprese svizzere rappresentano 2,4 milioni di posti di lavoro. Considerata la loro importanza, occorre insistere su un coinvolgimento appropriato e giustificato della Svizzera nei processi decisionali internazionali.
Contatto:
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Pascal Gentinetta
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