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economiesuisse - L'iniziativa si tradurrebbe in aumenti d'imposta
Studio sulle conseguenze dell'iniziativa del PS per un'armonizzazione fiscale

Zürich (ots)

La concorrenza fiscale è parte integrante del
nostro sistema federale di democrazia diretta. Rappresenta inoltre un
fattore economico importante della piazza svizzera. In materia di 
finanze cantonali, la concorrenza fiscale garantisce la diversità, la
scelta, l'efficienza e l'innovazione. Essa si situa all'interno di 
limiti chiaramente definiti. La concorrenza intercantonale in termini
di qualità favorisce tutti i cittadini. Oggi, un'iniziativa del PS 
minaccia questa concorrenza fiscale. In effetti, essa chiede 
un'armonizzazione fiscale, che si tradurrebbe in aumenti d'imposta. 
Lo studio del professor Lars P. Feld conclude che un'armonizzazione 
fiscale materiale sarebbe un errore in Svizzera.
economiesuisse si impegna a favore di una politica fiscale 
efficiente e del mantenimento della concorrenza fiscale. L'iniziativa
del PS per un'armonizzazione fiscale («Per imposte eque - Basta con 
gli abusi nella concorrenza fiscale») attacca questo pilastro 
centrale del nostro sistema federale di democrazia diretta. «Non solo
l'iniziativa metterebbe in pericolo la posizione vantaggiosa della 
Svizzera per quanto concerne la concorrenza fiscale internazionale, 
bensì essa attaccherebbe pure questo pilastro centrale dello Stato», 
ha sottolineato Pascal Gentinetta, direttore di economiesuisse. Un 
cartello fiscale sotto forma di un'imposizione minima a livello 
nazionale comporterebbe un aumento dei costi dell'apparato statale 
senza che quest'ultimo fornisca maggiori prestazioni.
«L'iniziativa propone un pessimo affare. Non si dovrebbe 
raccomandare ai cittadini svizzeri di accettarla», ha indicato Lars 
P. Feld, professore di economia pubblica all'Università Ruprecht 
Karls di Heidelberg. La sua analisi mostra che sia la concorrenza 
fiscale sia quella basata sulle prestazioni hanno avantutto effetti 
positivi: esse promuovono l'efficienza in materia di fornitura delle 
prestazioni e di finanziamento delle prestazioni pubbliche, nonché 
l'innovazione politica. In Svizzera non si verifica un "race to the 
bottom". Nel corso degli ultimi decenni, le entrate fiscali della 
Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni hanno registrato una 
crescita superiore a quella dell'economia. In altre parole, la 
concorrenza fiscale ha permesso di ottenere maggiori entrate e non ha
danneggiato lo Stato. Secondo Lars Feld, gli aumenti d'imposta 
provocati dall'iniziativa non concernerebbero unicamente i redditi 
più elevati, bensì buona parte della classe media. Inoltre, almeno la
metà dei Cantoni dovrebbe aumentare i tassi d'imposizione. Ciò 
richiederebbe anche un adeguamento delle aliquote fiscali e dunque 
aumenti d'imposta per i redditi intermedi.
Thomas Staehelin, presidente della Commissione Finanze e fiscalità
di economiesuisse, ritiene anch'egli che un'armonizzazione fiscale 
materiale provocherebbe aumenti d'imposta. Con la soppressione della 
concorrenza, i Cantoni con una fiscalità elevata non avrebbero più 
alcun motivo per porre un freno in materia fiscale; «ne seguirebbero 
aumenti d'imposta», afferma Thomas Staehelin. Gli svizzeri 
perderebbero così una parte della loro libertà di scelta.
«Da tempo in Svizzera, la concorrenza fiscale non è più 
illimitata», ha dichiarato Christoph Schaltegger. La nuova 
perequazione finanziaria compensa le disparità esistenti fra i 
Cantoni. La Svizzera ha inoltre introdotto un sistema fiscale 
armonizzato sul piano formale. Quest'ultimo permette di comparare le 
politiche fiscali cantonali e crea una base per una perequazione 
finanziaria equa. Un'armonizzazione fiscale comporterebbe notevoli 
inconvenienti per il nostro paese. Nell'era della globalizzazione, 
l'adattamento flessibile del sistema fiscale riveste un'importanza 
crescente. Ora, una riforma fiscale è messa in vigore molto più 
rapidamente a livello cantonale. Imporre disposizioni rigide ai 
Cantoni significa sopprimere un fattore economico importante della 
piazza svizzera: l'iniziativa non è un buon affare per nessuno!

Contatto:

Cristina Gaggini
Telefono: 078 781 82 39
cristina.gaggini@economiesuisse.ch

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