economiesuisse - L'iniziativa dell'ASNI nuoce all'economia
Zürich (ots)
Netto rifiuto del Parlamento
Oggi, durante il voto finale, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno respinto a schiacciante maggioranza l'iniziativa popolare dell'ASNI «Per il rafforzamento dei diritti popolari in politica estera (Accordi internazionali: decida il popolo!)». Il Parlamento ha dunque seguito il Consiglio federale - una decisione che economiesuisse approva. Il fatto è che l'iniziativa nuocerebbe all'economia svizzera a forte vocazione internazionale che ha bisogno di relazioni stabili con l'estero.
L'ASNI intende estendere il referendum obbligatorio all'insieme degli accordi internazionali. Tutti i trattati internazionali concernenti «settori importanti» sarebbero obbligatoriamente sottoposti al voto del popolo e dei Cantoni. economiesuisse, che sostiene senza restrizioni il sistema di democrazia diretta attuale, si rallegra tuttavia della decisione del Parlamento di respingere con fermezza questa iniziativa. In effetti, essa limiterebbe il margine di manovra della Svizzera in materia di politica estera. Aperta sul mondo intero, l'economia svizzera ha bisogno di condizioni generali d'attività stabili e prevedibili. Queste condizioni sono garantite da un tessuto molto denso di accordi internazionali conclusi con numerosi paesi in tutto il mondo, come gli accordi di libero scambio, le convenzioni di doppia imposizione o altri accordi di protezione degli investimenti. Il referendum obbligatorio chiesto dall'iniziativa dell'ASNI per i trattati ostacolerebbe considerevolmente l'estensione degli accordi economici e dunque la politica economica estera dinamica della Svizzera, condotta finora con successo.
L'adesione ad organizzazioni di sicurezza collettiva o a collettività sovranazionali come l'UE è già subordinata all'approvazione del popolo e dei Cantoni. Gli altri accordi internazionali sono sottoposti a referendum facoltativo. Questo sistema si è finora rivelato efficace. L'estensione degli accordi bilaterali con l'UE è sempre stata sottoposta al popolo. Grazie al referendum facoltativo, i cittadini si pronunciano su un tema soltanto quando lo desiderano. L'automatismo imposto dall'iniziativa richiederebbe il parere del popolo per numerose votazioni supplementari - anche per accordi totalmente incontestati. Una simile sollecitazione del popolo avrebbe la conseguenza di incentivare l'astensionismo e generare spese supplementari per la Confederazione e i Cantoni. Inoltre, questo ridurrebbe il margine di manovra della Svizzera in materia di politica estera e ritarderebbe inutilmente l'approvazione e l'entrata in vigore degli accordi internazionali.
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Angelo Geninazzi
Responsabile economiesuisse per la Svizzera italiana
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