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Comunicato stampa: Rincaro: soffre il ceto medio

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Comunicato stampa

Sondaggio rappresentativo di Comparis sull’inflazione in Svizzera

Rincaro: soffre il ceto medio

L’inflazione preoccupa la popolazione svizzera. Particolarmente colpito dall’aumento dei prezzi è il ceto medio. È quanto emerge da un sondaggio di Comparis. «Osserviamo che l’impatto dell’inflazione varia a seconda del reddito: le persone con un salario elevato percepiscono poco il rincaro. Quasi il 10% dichiara di potersi permettere addirittura di più rispetto al 2022. Il ceto medio-basso invece soffre: il potere d’acquisto di due terzi delle persone con un salario lordo massimo di 4’000 franchi al mese è diminuito drasticamente rispetto a un anno fa», osserva Michael Kuhn, esperto Comparis in finanze e consumi.

Zurigo, 31 agosto 2023 – L’inflazione in Svizzera preoccupa tre quarti della popolazione. Il tema è quindi molto più sentito del cambiamento climatico (68%) o di un’eventuale penuria di energia in Svizzera (53%). È quanto emerge da un sondaggio rappresentativo del servizio di confronti online comparis.ch.

Tuttavia, le preoccupazioni nella vita di tutti i giorni si riflettono in modo molto diverso a seconda del reddito disponibile: la metà degli intervistati afferma di poter acquistare meno di un anno fa con il denaro che ha a disposizione ogni mese. Ma sono soprattutto le persone con un reddito lordo basso (pari o inferiore a 4’000 franchi al mese) ad aver visto il proprio potere d’acquisto ridursi notevolmente (64%). Questa categoria include il ceto medio-basso. La percentuale scende invece al 52% per le persone con un reddito medio tra i 4’000 e gli 8’000 franchi. Tra le persone con redditi più alti (a partire da 8’000 franchi), invece, solo il 34% dichiara di poter acquistare di meno.

«Osserviamo che l’impatto dell’inflazione varia a seconda del reddito: le persone con un salario elevato percepiscono poco il rincaro. Quasi il 10% dichiara di potersi permettere addirittura di più rispetto al 2022. Il ceto medio-basso invece soffre: il potere d’acquisto di due terzi delle persone appartenenti a questa categoria è diminuito drasticamente rispetto a un anno fa», osserva Michael Kuhn, esperto Comparis in finanze e consumi.

Differenze tra uomini e donne

Anche tra i sessi c’è un divario: il 55% delle donne afferma di poter comprare meno beni rispetto a un anno fa, contro il 45% degli uomini. Ci sono anche differenze significative tra le regioni urbane e quelle rurali: il 45% degli abitanti delle città ha visto il suo potere d’acquisto diminuire rispetto al 2022. Nelle zone rurali la percentuale è invece del 54%, mentre negli agglomerati del 55%.

Analizzando i dati per età, il 60% delle persone di età superiore ai 56 anni afferma di poter acquistare meno beni con il denaro disponibile rispetto a un anno fa. Questo dato è nettamente superiore a quello delle persone nelle fasce di età 36-55 anni (50%) e 18-35 anni (41%).

Il ceto medio deve tirare la cinghia

Concretamente, si evidenzia come il rincaro gravi sulla classe media per quanto riguarda il consumo di beni di uso quotidiano. Comparis ha analizzato i sette beni e servizi che più di tutti hanno subito un rincaro negli ultimi 12 mesi: elettricità, zucchero, grassi commestibili, bevande zuccherate, burro, viaggi «tutto compreso» e il settore paralberghiero (appartamenti di vacanza e/o campeggi). Nel complesso, la percentuale di persone che afferma di aver consumato di più nelle varie categorie rispetto allo scorso anno è all’incirca la stessa di chi dichiara di aver consumato meno rispetto al 2022.

Tuttavia, a causa dell’aumento dei prezzi il 18-28% delle persone che vivono in un’economia domestica con un reddito medio tra i 4’000 e gli 8’000 franchi al mese ha dichiarato di aver ridotto i consumi per tutte le categorie di prodotti, ad eccezione dell’elettricità. Tra gli alti redditi, solo il 12-19% degli intervistati ha dovuto limitare l’acquisto di questi beni di consumo. È interessante notare che anche nelle economie domestiche con un reddito basso (fino a 4’000 franchi) non si riscontrano grandi variazioni, ad eccezione del burro e dello zucchero.

«Le persone con risorse più limitate hanno dovuto ridurre le spese già un anno fa e in genere acquistano meno prodotti e a prezzi più bassi. Ora anche la classe media si ritrova a ridurre i consumi a causa dell’aumento dei prezzi», afferma Kuhn.

Il sondaggio rappresentativo è stato condotto nel mese di agosto 2023 dall’istituto di ricerche di mercato Innofact, su incarico di comparis.ch, e ha coinvolto 1’011 persone in tutte le regioni della Svizzera.

Maggiori informazioni

Michael Kuhn
esperto Comparis in credito ai consumatori
telefono: 044 360 53 91
e-mail:  media@comparis.ch
comparis.ch

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