Discours Suisse - Integrazione a scuola: dalle classi speciali alle soluzioni individuali
Zurigo, Ginevra, Lugano (ats/ots) -
Sintesi
1 giu (ats) Le scuole svizzere cercano in modo diversificato di promuovere l'integrazione degli allievi migranti: l'istituzione di classi speciali non ha dato i risultati sperati e oggi in tutte le regioni del paese si punta sull'assistenza individuale.
Le autorità di tutti i cantoni sono concordi nell'affermare che la lingua è la chiave di volta dell'integrazione. In molte scuole di area germanofona è stato cos" vietato l'uso del dialetto, nella convinzione che questa soluzione possa aiutare i bambini migranti ad imparare il "buon tedesco" più rapidamente.
La Svizzera tedesca rivaluta la lingua d'origine dei migranti
Nelle città, dove le classi multiculturali sono diventate la norma, si punta a rivalutare la lingua materna degli allievi, partendo dal presupposto che lo scolaro, se padroneggia la propria lingua, è agevolato nell'apprendimento del tedesco e di altri idiomi stranieri.
Basilea Città propone a questo riguardo due lezioni settimanali di lingua e cultura del paese d'origine ad allievi di 26 nazionalità. Per i gruppi più consistenti di cultura albanese e turca, nel quartiere di Sankt Johann tali corsi sono inseriti nei normali orari scolastici.
La presenza di insegnanti di altre culture presenta un doppio vantaggio, afferma Silvia Bollhalder, del Dipartimento dell'educazione di Basilea Città: "possono intervenire in caso di conflitti o fungere da interprete nei colloqui con i genitori degli scolari. Ciò contribuisce molto al mutuo rispetto tra comunità".
Basilea da qualche anno propone inoltre alle madri di allievi stranieri corsi di tedesco a prezzi modici, cui hanno finora partecipato circa 600 donne.
Zurigo sta percorrendo una via diversa: sostiene in modo mirato le scuole che registrano una percentuale di allievi stranieri superiore al 40%. Il Gran Consiglio e l'elettorato zurighese hanno accettato di concedere a questo scopo un credito di quattro milioni di franchi nell'ambito di un programma denominato "Qualità delle scuole multiculturali" che attualmente interessa venti istituti.
Interpreti al servizio degli insegnanti
Il ruolo chiave svolto dalle madri nel processo di integrazione è stato riconosciuto anche nel Giura. "Ci siamo accorti che le mamme rappresentano il perno dell'integrazione, non solo del bambino, ma dell'intera famiglia", rileva Pierre-Alain Tièche, del Dipartimento giurassiano dell'educazione. Le mamme sono dunque incoraggiate a seguire corsi di francese e altre attività che agevolano l'inserimento dei membri della famiglia nella vita sociale locale.
Nei cantoni di Vaud, Ginevra e Friburgo sono stati messi a disposizione dei docenti una serie di interpreti, che in caso di necessità possono meglio capire le esigenze delle famiglie migranti. Friburgo ha anche introdotto la valutazione dei risultati scolastici nella lingua materna dell'allievo.
Gli insegnanti romandi hanno peraltro pubblicato una dichiarazione in cui affermano la loro volontà di considerare la diversità culturale e religiosa come un fattore d'arricchimento.
Sia la Svizzera tedesca, sia la Svizzera romanda hanno rinunciato a collocare gli allievi migranti in classi speciali. Un modello "esemplare" in fatto di integrazione è quello messo in atto dal comune di Martigny (VS), dove tutti i bambini - compresi quelli che soffrono di un handicap fisico o di ritardo mentale - sono integrati nelle classi ordinarie.
In Ticino la soluzione è la scolarizzazione precoce
La stessa filosofia è stata adottata dal Ticino, che conosce il problema dell'integrazione dei bambini migranti solo marginalmente. Il segreto di una buona convivenza tra comunità diverse è la scolarizzazione precoce, con i bambini che possono frequentare la scuola dell'infanzia già a tre anni.
Il risultato è che praticamente tutti i figli degli stranieri, quando frequentano la prima elementare, hanno un'ottima padronanza della lingua italiana. In caso contrario sono previsti speciali corsi di sostegno: i bambini di altre culture, invece di partecipare alle lezioni di ginnastica o di canto, seguono lezioni di italiano. "La nostra filosofia è l'integrazione degli scolari", afferma Diego Erba, direttore della divisione della scuola.
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