Discours Suisse: Nella Svizzera tedesca la cultura è strumento di promozione economica
Berna (ots)
Nella Svizzera tedesca, città e cantoni utilizzano la cultura come uno strumento di sviluppo e di promozione. Le autorità sono molto più attive: non si accontentano di sussidiare manifestazioni e di sostenere gli artisti che ne fanno richiesta. Cercano invece di valorizzare le proprie peculiarità organizzando - con partner privati - eventi di grande richiamo.
Un esempio lampante è quello di Lucerna, che si è data l'ambizioso obiettivo di diventare "la città della musica". Grazie al Centro della cultura e dei congressi (KKL), progettato da Jean Nouvel, e al Lucerne Festival, che si tiene tre volte all'anno, la piccola cittadina della Svizzera centrale si è guadagnata notorietà mondiale nel settore della musica sinfonica.
I responsabili del Lucerne Festival vedono comunque le cose in grande e progettano di costruire una seconda sala di qualità eccezionale, la "Sala modulabile". Si tratta di un edificio dedicato al teatro musicale contemporaneo, ossia a forme moderne di opera, operetta e musical. Investitori privati hanno già garantito i necessari fondi, pari a 100 milioni di franchi.
Un polo dell'eccellenza musicale
Città e cantone, che hanno finanziato dieci anni fa gran parte del KKL, vedono nel progetto un'opportunità di divenire un polo di eccellenza della musica classica e partecipano quindi attivamente all'iniziativa.
Hanno anche deciso di costruire a fianco della "Sala modulabile" un nuovo spazio per l'Alta Scuola di Musica di Lucerna. L'obiettivo è di creare sinergie inedite tra studenti e musicisti professionisti di grande calibro, sul modello di quanto si sta facendo a New York, dove vi è collaborazione tra la Metropolitan Opera, la Philharmonie e la Julliard School.
La responsabile municipale della cultura è convinta che la "Sala modulabile" riuscirà a conquistarsi un proprio pubblico. "Le sceneggiature contemporanee possono essere facilmente accessibili", spiega Rosie Bitterli, sottolineando che la regione lucernese riuscirà ad attirare nuovi abitanti solo se disporrà di una cultura variegata e di qualità.
La politica culturale lucernese mira anche a sviluppare il turismo. "Abbiamo costruito il KKL, perché volevamo distanziarci dal turismo a buon mercato", aggiunge Rosie Bitterli, la quale nega tuttavia di voler favorire una cultura statale. "Non avremo nessun influsso sul programma della nuova sala". La autorità lucernesi hanno deciso di puntare sulla musica, perché la regione in questo campo dispone di profonde competenze.
Anche la periferia investe
Anche le regioni periferiche investono nella cultura. Come Lucerna, il cantone di Obvaldo non si è limitato a guadagnare attrattiva attraverso un forte calo della pressione fiscale: quattro anni fa ha messo in piedi un Festival di musica popolare, che invita ad esibirsi gruppi della regione e formazioni tradizionali provenienti dai quattro angoli del globo.
L'evento si svolge tutte le estati in un quadro idillico a Giswil. La musica tradizionale viene presentata in forme inedite: nessuna traccia di folclore kitsch, nessun tentativo di recuperare la cultura popolare in chiave nazionalistica.
"La musica popolare - ancora molto vivace a Obvaldo - ha perso terreno, tanto dal profilo dell'autostima, quanto in qualità. È maltrattata dai media e bisogna ridarle una certa dignità", afferma Martin Hess, direttore del "Volkskulturfest Obwald".
"Confrontando la musica svizzera alla world musique, si recepisce meglio la sua ricchezza, lontano dai pregiudizi". Dopo aver invitato musicisti bretoni il primo anno, artisti rumeni il secondo e sardi il terzo, Hess ha osato quest'anno fare venire a Obvaldo una cantante dell'Africa nera.
Il cantone ha vinto la sua scommessa, al punto che la manifestazione si svolge sempre a sportelli chiusi. "Per i gruppi tradizionali obvaldesi, esibirsi al Festival è oggi diventato un onore", constata Hess. Per la prima volta, inoltre, quest'anno il festival ha suscitato anche l'interesse della televisione della Svizzera tedesca SF. "Di solito SF tratta questa cultura come un divertimento, e non come un'arte".
Riflessi conservatori
Grazie alle crescenti attività di città e cantoni in campo culturale, la concorrenza si fa sempre più accesa. "La Svizzera romanda si considera maggiormente una entità culturale rispetto alla Svizzera tedesca", commenta Rico Valär, romanista presso l'Università di Zurigo e autore di un lavoro di diploma sulle politiche culturali cantonali. Gli enti locali collaborano: "ma si osservano forti rivalità tra regioni".
L'ampliata offerta culturale non sempre è ben capita dalla popolazione: un esempio è costituito da Winterthur, dove la municipalità tenta di rendere più visibili e attrattive le sue ricche collezioni d'arte.
La città vuole che tre musei - il Kunstmuseum, il Museo Oskar Reinhart e Villa Flora - si concentrino ognuno su un periodo ben specifico della storia dell'arte. Ma per fare ciò bisogna rivedere il concetto espositivo del Musée Reinhart, che il suo fondatore ha iscritto negli statuti sin dal 1940. Il progetto di collaborazione è attualmente congelato, perché la Società degli amici del Museo Oskar Reinhart vi si oppone, minacciando persino di portare la vicenda in tribunale.
Fallimento zurighese
La lista dei progetti culturali bloccati è lunga: tra questi la "Casa del suono" Toggenburgo, progettata dall'architetto grigionese Peter Zumthor, e il Centro dei congressi e della cultura di Zurigo, naufragato in votazione comunale.
Sempre a Zurigo, la città è in procinto di vendere lo Schiffbau, una sala teatrale che al momento dell'inaugurazione aveva destato grande interesse sul piano internazionale. Nove anni più tardi la struttura, dal profilo finanziario, continua ad essere una palla al piede. Il teatro municipale vi si esibisce ancora, ma solo alcune volte all'anno.
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