Un anno senza soglia minima di cambio con l'euro: ne va della sostanza dell'industria alberghiera e della ristorazione
Zurigo (ots)
GastroSuisse chiede una politica monetaria di stabilizzazione oltre che misure politiche
Un anno dopo la rimozione della soglia minima di cambio tra euro e franco le ripercussioni nel settore alberghiero e della ristorazione e nel turismo sono sotto gli occhi di tutti. Molti clienti provenienti dall'Eurozona preferiscono altre destinazioni, le svizzere e gli svizzeri consumano maggiormente all'estero e le aziende devono fare i conti con un'elevata pressione dei costi. Aziende e posti di lavoro sono minacciati. GastroSuisse chiede misure di stabilizzazione.
"L'attuale cambio valutario mette a dura prova l'industria alberghiera e della ristorazione", afferma Casimir Platzer, presidente di GastroSuisse. "Le aziende sono in sofferenza a causa del calo di ospiti e degli svantaggi concorrenziali, che mette in parte a repentaglio la loro sopravvivenza. In questa situazione eccezionale ci aspettiamo dalla banca nazionale una politica valutaria a beneficio dell'economia e a favore della stabilità", specifica.
"Un vertice economico sulla forza del franco potrebbe essere un modo per individuare delle soluzioni incisive", propone Remo Fehlmann, direttore di GastroSuisse. "La rimozione della soglia minima non interessa solo il nostro settore, bensì l'intera economia e mette quindi sempre più a rischio il nostro benessere."
Le aziende ricettive fanno il possibile per affrontare la situazione. Ottimizzano i costi meglio che possono, cercano di mantenere i prezzi stabili e la qualità elevata. Le aziende puntano sempre più su collaborazioni per aumentare la concorrenzialità e il loro potenziale di innovazione.
Condizioni quadro economicamente favorevoli sono in questo contesto più importanti che mai, mentre l'introduzione di ulteriori norme è fuori discussione. Misure per equilibrare la forza del franco sono fondamentali, poiché i suoi effetti nel lungo periodo non mancheranno di farsi notare. Tanto più perché l'immagine di una Svizzera costosa a lungo termine rischia di rimanere ancorata nella testa delle persone.
GastroSuisse chiede soprattutto il taglio di supplementi svizzeri ingiustificati, l'ancoraggio definitivo della tariffa alberghiera e la possibilità per i turisti dei paesi terzi di entrare in Svizzera in modo conveniente e senza complicazioni burocratiche.
Retroscena
Nell'industria alberghiera e della ristorazione il fatturato lo scorso anno è diminuito sensibilmente e, secondo il sondaggio congiunturale di settore condotto dall'ufficio di ricerca congiunturale KOF, nei primi tre mesi è diminuito del 5,4 percento. Questa tendenza è continuata nei trimestri successivi.
A causa della diminuzione degli ospiti provenienti dall'Eurozona, il settore alberghiero è particolarmente colpito dalla forza del franco. A soffrirne sono soprattutto le regioni alpine e rurali. Solo nella stagione estiva da maggio a ottobre 2015 gli ospiti europei hanno prenotato pernottamenti in Svizzera inferiori dell'11 percento rispetto al 2014. A causa delle difficili condizioni quadro lo scorso anno 385 aziende ricettive sono state costrette a chiudere i battenti. Ciò corrisponde al 13 percento di chiusure in più rispetto al 2014 e al maggior valore da decenni. Complessivamente le aziende di successo saranno in grado di sopravvivere alla pressione nel breve periodo, tuttavia nel lungo termine queste potrebbero trovarsi in difficoltà, poiché a causa dell'elevata pressione sui margini in futuro non potranno effettuare investimenti.
Anche la ristorazione sta lottando contro gli effetti della forza del franco. Il turismo gastronomico è un trend crescente. In base a uno studio LINK circa il 36 percento delle svizzere e degli svizzeri si recano regolarmente e ripetutamente all'estero per mangiare. Anche le cerimonie saranno sempre più festeggiate all'estero. La ristorazione svizzera perderà quindi ogni anno circa quattro miliardi di franchi di valore aggiunto.
A causa della contrazione del fatturato sono già andati persi molti posti di lavoro. Nei primi due trimestri del 2015 secondo la statistica sull'occupazione BESTA sono andati persi 2200 posti di lavoro a tempo pieno nell'industria alberghiera e della ristorazione. Se la situazione non cambia, ne risentiranno altri posti di lavoro.
GastroSuisse è la Federazione dell'Albergheria e della Ristorazione svizzera. Circa 20'000 soci, di cui 3'000 strutture ricettive, organizzati in 26 sezioni cantonali e quattro gruppi di lavoro, fanno parte della più grande federazione padronale del settore ricettivo.
Contatto:
GastroSuisse, Casimir Platzer, presidente
Telefono 044 377 53 53, communication@gastrosuisse.ch