Schweizerische Zahnärzte-Gesellschaft SSO
IVA: i dentisti SSO sono contrari alla nuova imposta, che costerebbe ai pazienti 230 milioni di franchi in più all'anno
Berna (ots)
L'aliquota unica per l'imposta sul valor aggiunto (IVA), approvata dal Consiglio federale, causerebbe un onere supplementare per i pazienti dei medici dentisti pari almeno a 230 milioni di franchi all'anno. Inoltre provocherebbe un ulteriore aumento dei costi della salute. Per questo motivo, la Società svizzera di odontologia e stomatologia SSO respinge la proposta del governo.
Lo scorso 24 giugno, il Consiglio federale ha approvato il messaggio complementare per semplificare l'imposta sul valore aggiunto (IVA). Le tre aliquote d'imposta attualmente in vigore verrebbero quindi sostituite da un'aliquota unica del 6,2% e la maggior parte delle eccezioni sarebbero abolite. Di conseguenza, i settori della sanità, della formazione, della cultura e dello sport, che finora erano esenti dall'IVA, in futuro soggiacerebbero all'imposta.
La Società svizzera di odontologia e stomatologia SSO respinge categoricamente la proposta di applicare l'IVA al settore della sanità: ciò, infatti, causerebbe costi supplementari enormi, che in ultima analisi andrebbero a gravare sulle spalle dei pazienti. Il tutto senza nessun valore aggiunto, né compensazioni sufficienti. In base alle stime del Consiglio federale, solo per le prestazioni odontoiatriche in futuro dovrebbero confluire ogni anno nelle casse della Confede-razione 230 milioni di franchi. Questo onere fiscale supplementare assolutamente non giustifi-cato causerebbe uno svantaggio concorrenziale per il nostro Paese rispetto agli Stati dell'UE: i nostri vicini, infatti, non prevedono l'IVA per il settore della sanità. La conseguenza di questa manovra sarà probabilmente un aumento del turismo odontoiatrico, per non parlare delle minori entrate per i dentisti svizzeri, che già oggi nei settori della LAMal e della LAINF lavorano a tariffe che non coprono i loro costi e subiscono una forte pressione da parte della concorrenza. Accanto ai costi causati dal forte aumento dei premi delle casse malati, questa nuova imposta andrebbe ulteriormente a gravare sulle economie domestiche svizzere.
D'altro canto, il fatto di voler assoggettare i settori della formazione e della ricerca all'IVA implicherebbe un rincaro delle attività di formazione continua e perfezionamento professionale nel settore odontoiatrico. Applicare l'IVA ai congressi metterebbe in posizione di svantaggio gli organizzatori svizzeri rispetto a quelli di altri Paesi: molti eventi che da anni si tengono in Svizzera rischierebbero di venir spostati all'estero. Tutto ciò andrebbe a scapito dei cantoni e dei comuni, per i quali questi congressi con partecipanti provenienti da tutto il mondo rappresentano un valore aggiunto a livello turistico. Per partecipare a questi eventi i dentisti svizzeri dovrebbero sobbarcarsi notevoli costi supplementari, che si vedrebbero poi costretti a scaricare sulle tariffe. Senza contare che già oggi l'obbligo d'aggiornamento imposto dallo stato soggiace a sempre più oneri e imposte.
Applicare l'IVA alle prestazioni sanitarie causerebbe un notevole aumento dei costi della salute, il che andrebbe a scapito sia dei pazienti che dei fornitori di prestazioni rispetto ai residenti degli Stati dell'UE. Tale misura danneggerebbe notevolmente il settore del perfezionamento professionale e della formazione continua del nostro Paese. Per questi motivi, la SSO respinge con fermezza la proposta di far soggiacere all'IVA il settore della sanità.
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