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Media Service: Pubblicazione di foto e menzione dei nomi Il Consiglio della stampa rammenta le regole deontologiche
Interlaken (ots)
L'assassinio di una socioterapeuta ginevrina e le drammatiche circostanze in cui è avvenuto hanno legittimamente provocato un'eco profonda nella popolazione e nei mass media. Il pubblico ha tuttavia avvertito che il modo in cui gli organi d'informazione ne hanno riferito non è stato sempre del tutto coerente. Il Consiglio della stampa ritiene necessario ribadire le regole deontologiche che disciplinano la copertura di simili eventi, in particolare quando riguardano la protezione della sfera privata della vittima e dei suoi congiunti, come pure quella del presunto colpevole.
In un primo tempo, in particolare quando era stata segnalata la scomparsa delle due persone, i media hanno pubblicato le relative foto segnaletiche, e ciò a giusto titolo, per facilitarne la ricerca. Quando, però, la vittima è stata ritrovata e il presunto assassinio fermato, a dover valere dovevano essere le regole abituali circa la protezione della sfera privata. Si doveva prescindere a questo punto dalla pubblicazione integrale del nome, nonché dell'immagine, a meno di esserne stati autorizzati dalle persone interessate.
Al Consiglio della stampa preme ricordare che le direttive annesse alla «Dichiarazione dei doveri e dei diritti» specificano che il giornalista «usa particolare ritegno quando riferisce di persone in stato di necessità, in lutto o sotto choc».
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