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Media Service: Consiglio svizzero della stampa: La fonte va protetta anche contro se stessa; Presa de posizione 26/2014 (presserat.ch/_26_2014.htm)
Un document
Bern (ots)
Parti: X. c. «L'illustré»
Tema: Identificazione
Reclamo parzialmente accolto
Riassunto:
Secondo il Consiglio della stampa, il fatto che una persona accetti di testimoniare a viso scoperto non dispensa il giornalista dal mettere a confronto l'interesse pubblico delle sue rivelazioni e la tutela della sua sfera privata.
Nel maggio del 2014, «L'illustré» aveva pubblicato un servizio realizzato nel Guatemala, dove il giornalista aveva ritrovato la principale accusatrice al processo contro l'ex capo della polizia guatemalteca, Sperisen, svoltosi a Ginevra e durante il quale il nome della persona, il cui figlio era morto in prigione, non era stato rivelato.
Nel servizio dell'«illustré» figuravano nome e cognome della donna, oggi settantenne, nonché le fotografie scattate in casa sua, nonché indicazioni abbastanza precise sul luogo dove tale domincilio si trova, vicino alla frontiera tra Guatemala e Honduras. La donna assicura di non avere accusato Sperisen della morte di suo figlio e la conclusione del giornalista è che sia stata manipolata da una ONH. Nel reclamo contro la pubblicazione presentato al Consiglio della stampa si afferma che l'identificazione mette in pericolo la sicurezza della donna, anche perché l'articolo è stato ripreso dalla stampa locale.
Il Consiglio della stampa ritiene che tali indicazioni non dovevano essere date. Se una persona dimostra all'evidenza di non essere consapevole delle possibili conseguenze della sua testimonianza, è lo stesso giornalista a doversi porre il problema della tutela della sua vita privata. Nel caso specifico, la sicurezza della persona è più importante dell'interesse pubblico della notizia. Il Consiglio ritiene che la cifra 7 della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti dei giornalisti» (Identificazione) sia nel caso stata violata.
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