Per una politica agricola solida e promettente - Una strategia in 10 punti per consumatori, contribuenti e contadini imprenditori
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Zurigo (ots)
La Svizzera si fregia di una politica agricola tra le più costose al mondo: i 2,8 miliardi di Franchi di pagamenti diretti, rispettivamente i 3,8 miliardi di Franchi di uscite ufficiali della Confederazione per il settore «Agricoltura e alimentazione» sono solo la punta dell'iceberg se rapportati ai costi complessivi e ai privilegi di cui gode l'economia agricola nel nostro Paese. Nello studio «Eine Agrarpolitik mit Zukunft» viene analizzata per la prima volta la struttura globale dei costi del costrutto agricolo svizzero - vale a dire un'impalcatura di circa 20 miliardi di Franchi all'anno.
Una somma che viene sovvenzionata per il 47% principalmente da contribuenti e consumatori. Il livello dei prezzi delle derrate alimentari in Svizzera raggiunge il 178% della media UE-28. Per l'acquisto di derrate alimentari le misure di protezione doganale comportano una spesa supple-mentare quantificabile in 1000 Franchi all'anno per ogni economia domestica. La compartimentazione del mercato influenza tuttavia anche le ditte esportatrici: è assai probabile che solo un'apertura del mercato agricolo e uno smantellamento dei dazi doganali che ostacolano la libera concorrenza forniranno le premesse per concludere nuovi accordi di libero scambio. Il 16% dei costi viene assunto dalle imprese, mentre il 37% circa è imputabile al carico ambientale. L'agricoltura svizzera produce attualmente un valore aggiunto negativo di - 15,8 miliardi di Franchi all'anno, che detto altrimenti equivale a un aggravio del nostro bilancio pari a circa 1,8 milioni di Franchi all'ora.
Viste tali premesse è evidente che la politica agricola svizzera deve essere modernizzata. Con la strategia in dieci punti elaborata da Avenir Suisse è possibile ridurre i costi e dare la possibilità al mondo rurale, altamente regolamentato, di passare ad un'imprenditorialità agricola. I punti salienti della strategia si riassumono nell'apertura delle frontiere ai prodotti agricoli, la rinuncia a trasferimenti per conservare le attuali strutture e promuovere lo smercio, una riforma del sistema di risarcimento delle prestazioni a favore dell'economia, und definizione al passo con i tempi di sicurezza di approvvigionamento, una riduzione della densità normativa, una modernizzazione del diritto fondiario e un abbassamento dei costi ambientali. Bisognerà inoltre introdurre un «freno agricolo» e rimodellare il controllo delle fusioni, per evitare ulteriori rilevamenti sul mercato altamente consolidato del commercio al dettaglio.
Applicando queste misure la spesa pubblica generata dall'economia agricola potrebbe essere ridotta di 14,4 miliardi di Franchi all'anno. Nel contempo, gli agricoltori beneficerebbero di più ampi spazi di manovra per una gestione imprenditoriale delle loro aziende. Non mancano sin d'ora gli esempi positivi di riforma e apertura, a dimostrazione del fatto che una politica agricola liberale e declinata secondo le regole del mercato riservi vantaggi sia per l'economia nel suo insieme, sia per i singoli attori.
Trovate una panoramica del ginepraio delle diverse sovvenzioni in campo agricolo sia nello studio stesso in forma tabellare, sia online al seguente link:
https://www.avenir-suisse.ch/privilegien-register/ (tedesco) o https://www.avenir-suisse.ch/fr/registre-des-privileges (francese)
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