Nuova pubblicazione di Avenir Suisse: «Servizio postale universale nell'era digitale - ripensare il servizio pubblico»
Zurigo (ots)
Come molte altre imprese del servizio pubblico anche La Posta Svizzera deve affrontare sfide epocali: è chiamata ad imporsi in un contesto altamente concorrenziale e dominato dalla digitalizzazione, ma al tempo stesso è imbrigliata e costretta ad operare in un groviglio normativo con obiettivi e aspettative in parte contraddittori. Nella sua nuova ricerca Samuel Rutz, economista di Avenir Suisse specializzato in concorrenza, mostra perché bisognerebbe sottoporre il modello operativo della Posta Svizzera a una radicale cura di ringiovanimento:
Ad inizio marzo La Posta ha pubblicato le cifre dell'esercizio 2018. Che sia stato comunicato un calo degli utili non ha certo sorpreso gli addetti ai lavori: La Posta si dimena infatti all'interno di un groviglio regolatorio ideato ancora nel secolo scorso, in una realtà aziendale del tutto diversa da quella odierna. Nell'ambito dell'erogazione dei servizi postali di base la Svizzera non si stacca dalla sua soluzione lussuosa, e ovviamente costosa, che non ha pari a livello internazionale e trova ora sempre meno consensi anche all'interno del Paese, alle prese con un cambiamento dei consumi. Postfinance non raggiunge più il precedente livello di redditività, paga lo scotto del basso livello dei tassi e del divieto di erogare crediti e ipoteche. E per concludere, non esiste nessun'altra Posta al mondo che gestisce anche un'impresa di autobus.
+++ Snellire, disaggregare e privatizzare +++
Nel nostro recente studio Samuel Rutz, economista di Avenir Suisse specializzato in concorrenza, spezza una lancia a favore di una ridefinizione del servizio pubblico postale, che illustra suggerendo riforme incisive in tutti e tre i comparti operativi della Posta Svizzera.
1. Per quanto riguarda le attività classiche della Posta (corrispondenza, pacchi, uffici postali) ci si deve porre innanzitutto una domanda: in un mondo sempre più digitalizzato quali servizi postali universali sono ancora necessari e come si pensa di finanziarli? Oltre ad essere ridimensionato, il servizio universale dovrebbe fare oggetto di un bando di concorso tecnologicamente neutro e andrebbe abolito in particolare l'ultimo monopolio della Posta sulle lettere fino a 50g. Queste misure aumenterebbero la pressione concorrenziale sull'azienda, consentendole di avviare una modernizzazione dell'intero settore, anche nel caso in cui la Posta Svizzera continuasse inizialmente ad agire come operatore unico nell'erogazione di servizi di base.
2. Postfinance dev'essere completamente privatizzata e liberata dai lacci regolatori che ne limitano l'attività. In un contesto di tassi bassi il divieto di erogare crediti e concedere ipoteche si sta rivelando pericoloso. Postfinance dovrebbe essere trasformata in una società anonima di diritto privato, dopodiché la Posta Svizzera dovrebbe rinunciare a detenerne la maggioranza. Anche il mandato universale nell'ambito del traffico dei pagamenti, superato e retaggio di un tempo ormai passato, dev'essere abolito.
3. Lo scandalo che ha travolto AutoPostale ha mostrato chiaramente quali rischi cela un simile costrutto aziendale per lo Stato e i contribuenti. Pur non avendo un mandato universale, anche AutoPostale andrebbe privatizzata e bisognerebbe riesaminare il divieto di realizzare utili nel traffico viaggiatori.
In linea di massima si può affermare che: più si aspetta ad avviare le impellenti riforme nel settore postale, maggiore è il rischio che alla fine saranno chiamati alla cassa i contribuenti.
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