Caritas Schweiz / Caritas Suisse
Nuovo documento di posizione di Caritas sulla migrazione e lo sviluppo
Caritas sollecita una politica estera in materia di migrazione fondata su un approccio umano e orientato alle cause
Luzern (ots)
Le condizioni continuano a essere precarie in Libia e in Bosnia, nel Mediterraneo o sulle isole dell'Egeo in Grecia. L'Unione Europea (UE) è ben lungi dal trovare una soluzione alla crisi dei rifugiati e dei migranti. A tale riguardo la Svizzera non può sottrarsi alle proprie responsabilità. Deve impostare la propria politica migratoria estera secondo un approccio umano, orientato alle cause e coerente. Caritas Svizzera spiega come affrontare la problematica nel suo nuovo documento di posizione.
La Svizzera persegue da alcuni anni una politica estera attiva in materia di migrazione. Di fronte alle persistenti tragedie umanitarie nei Paesi del Nord Africa, nella regione del Sahel e al largo delle coste libiche e dell'Egeo, Caritas ritiene che l'accento debba essere posto sull'aiuto umanitario e la protezione di donne, uomini e bambini nei Paesi di origine e lungo i corridoi di fuga e le rotte migratorie. La politica migratoria estera della Svizzera deve inoltre contribuire a rendere sicuri i flussi migratori internazionali e a regolarli di conseguenza. Le cause della migrazione forzata vanno affrontate in modo tale che le persone possano beneficiare di migliori prospettive nel proprio Paese di origine, non da ultimo attraverso una solida cooperazione allo sviluppo.
D'altro canto, è limitato e problematico credere che la politica migratoria estera della Confederazione debba essere finalizzata a dissuadere e a rimpatriare i lavoratori migranti e le persone che fuggono dalla povertà. Gli aiuti finanziari della DSC o altri fondi per lo sviluppo non devono essere vincolati a condizioni nel settore del rimpatrio od offerti in cambio di controlli repressivi alle frontiere e di altre misure di prevenzione della migrazione. Gli autocrati africani non devono ricevere sostegno finanziario e materiale a livello bilaterale o dall'Unione europea per trattenere, con la forza e contro la loro volontà, le persone che intendono emigrare.
Nel suo nuovo documento di posizione «Regolamentare la migrazione e promuovere lo sviluppo» (www.caritas.ch/documenti-di-posizione) Caritas invita la Svizzera a schierarsi in modo chiaro e deciso contro la disumanizzazione della politica migratoria internazionale. La Svizzera deve opporsi alla tendenza internazionale di mettere sempre di più la politica di sviluppo al servizio degli interessi della sicurezza. In virtù della sua tradizione umanitaria e nel suo interesse per uno sviluppo pacifico e sostenibile a livello mondiale, la Svizzera deve perseguire una politica migratoria estera orientata alle cause, coerente e a lungo termine e che promuova le opportunità di vita e di sviluppo delle persone che vivono nei Paesi poveri.
Contatto:
Fabrice Boulé, responsabile Comunicazione Svizzera romanda e
interlocutore Svizzera italiana, Caritas Svizzera; e-mail
fboule@caritas.ch, tel. 041 419 23 36.