Il Consiglio federale ribadisce la propria posizione in merito a Schengen e Dublino
Berna (ots)
Mercoledì, il Consiglio federale ha preso atto di un documento concernente negoziati con l'Unione Europea nel settore della collaborazione in materia di polizia, giustizia, asilo e migrazione (Schengen/Dublino). In tale contesto ha valutato segnatamente i risultati dei colloqui tenuti finora a livello di esperti e gli ultimi segnali positivi da Bruxelles. Sulla scorta di questi elementi, il Consiglio federale è convinto che la strada intrapresa - vale a dire perseguire negoziati con l'UE circa una partecipazione della Svizzera a Schengen e al Trattato di Dublino - è nell'interesse di un'ottimale sicurezza interna. Egli attende in proposito le prese di posizione dei Cantoni circa un mandato negoziale preliminare, che dovrebbero giungere nei prossimi giorni.
Cos'è Schengen e qual è il suo apporto?
L'acquis di Schengen comprende il potenziamento dei controlli alle frontiere esterne, una politica comune in materia di visti e di asilo, un miglioramento della collaborazione transfrontaliera in materia di polizia e uno scambio di informazioni su persone ricercate o indesiderate. Eventuali lacune nel dispositivo di sicurezza venutesi a creare con l'abrogazione dei controlli alle frontiere interne sono state colmate con misure compensative. Gli Stati membri possono decidere essi stessi come impostare dette misure fiancheggiatrici.
Se la Svizzera dovesse aderire all'acquis di Schengen, si deve partire dal presupposto che sarà trattata alla stregua di uno Stato membro: il nostro Paese dovrà infatti integrare tutto il sistema e adottare misure fiancheggiatrici per compensare la soppressione dei controlli stanziali alle frontiere. Questa questione è oggetto di un approfondito esame nell'ambito di USIS (Esame del sistema di sicurezza interna della Svizzera) e di colloqui con i Cantoni. Il controllo delle merci alle frontiere sarebbe mantenuto anche in caso di eliminazione del controllo delle persone e di misure fiancheggiatrici. Vi sarà comunque un'importante differenza rispetto a un'adesione vera e propria: la Svizzera potrà collaborare alla preparazione di nuove soluzioni, ma non avrà nessun diritto di codecisione.
Una partecipazione a Schengen/Dublino corrisponderebbe alla politica di integrazione del Consiglio federale e, di conseguenza, anche all'accordo di libera circolazione delle persone. La libera circolazione delle persone è una condizione politica essenziale per la soppressione dei controlli alle frontiere secondo Schengen.
Necessari ulteriori chiarimenti
Mercoledì, il Consiglio federale si è chinato su altre questioni (protezione dei dati, collaborazione in materia di polizia e di giustizia, assistenza giudiziaria e amministrativa). Ha rilevato che sono necessari ulteriori accertamenti che saranno intrapresi il più presto possibile. In tale contesto è previsto un secondo incontro a livello di esperti con rappresentanti della Commissione europea. Il Consiglio federale tratterà probabilmente di nuovo a maggio il tema e darà l'incarico di preparare mandati negoziali preliminari.
Contatto:
Monique Jametti Greiner, vicedirettrice nell'Uff. Federale di
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