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Comunicato stampa: In Svizzera un quinto degli under 56 chiede l'obbligo di vaccinazione contro il coronavirus

Comunicato stampa: In Svizzera un quinto degli under 56 chiede l'obbligo di vaccinazione contro il coronavirus
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Comunicato stampa

Sondaggio rappresentativo di Comparis sulle misure contro il coronavirus

In Svizzera un quinto degli under 56 chiede l'obbligo di vaccinazione contro il coronavirus

Nel momento in cui dovesse arrivare sul mercato un vaccino contro il coronavirus, la metà degli adulti in Svizzera auspica una vaccinazione facoltativa e pagata dall'assicurazione di base. Soprattutto fra le generazioni più giovani si nota però un atteggiamento radicale: un quinto degli under 56 chiede infatti un obbligo generale di vaccinazione. Questo è quanto emerge da un sondaggio rappresentativo di comparis.ch. "Le vaccinazioni sono un tema molto divisivo. Ad animare la discussione c'è infatti un piccolo ma chiassoso gruppo di oppositori", spiega Felix Schneuwly, esperto di assicurazione malattia di Comparis. Una netta maggioranza, inoltre, vorrebbe multe per chi non osserva l'obbligo di quarantena. Si nota poi una grande frattura tra città e campagne sulla chiusura delle frontiere.

Zurigo, 17 settembre 2020 - Il vaccino contro il coronavirus non è ancora in vista. Ma quale strategia si dovrà adottare quando in Svizzera sarà disponibile? Con un sondaggio rappresentativo, il servizio di confronto online Comparis ha tastato il polso della popolazione.

La metà degli intervistati auspica una vaccinazione facoltativa e coperta dall'assicurazione di base

Il 49,2% dei partecipanti al sondaggio ritiene auspicabile una vaccinazione facoltativa. A differenza ad esempio del vaccino antinfluenzale, comunque, l'assicurazione di base dovrebbe sostenere i costi non solo per i gruppi a rischio ma per tutti. Questo atteggiamento è diffuso soprattutto nella Svizzera tedesca (con il 51,2% contro il 43,9% della Svizzera romanda e del Ticino) e tra le fasce di popolazione con istruzione medio/bassa (53,9% contro il 44,1% registrato tra i ceti più istruiti).

Ampio consenso per l'obbligo di vaccinazione

Soprattutto fra le generazioni più giovani, fino ai 55 anni, trova ampi consensi la richiesta radicale di un obbligo di vaccinazione per tutti, auspicato infatti dal 19,6% nella fascia di età 15-35 e dal 19,4% nella fascia 36-55.

Con il 23,2%, la percentuale dei sostenitori di un obbligo vaccinale è particolarmente elevata in tutte le fasce d'età nella Svizzera romanda (contro il 15,1% degli svizzeri tedeschi) e tra i ceti più istruiti.

"Le vaccinazioni sono un tema molto divisivo. Ad animare la discussione c'è infatti un piccolo ma chiassoso gruppo di oppositori", spiega Felix Schneuwly, esperto di assicurazione malattia di Comparis. È evidente che i sostenitori dell'obbligo vaccinale non credono che una vaccinazione facoltativa consentirebbe di raggiungere velocemente l'immunità di gregge e di tornare quindi alla normalità.

Quattro intervistati su cinque chiedono multe per chi non rispetta l'obbligo di quarantena

Per quanto riguarda le misure contro il coronavirus, i quattro quinti degli intervistati chiedono pene pecuniarie per chi non osserva l'obbligo di quarantena in caso di esito positivo al test del Covid o di rientro da zone a rischio.

Una netta maggioranza vuole sanzioni anche per chi fornisce dati personali falsi in luoghi aperti al pubblico come ristoranti o discoteche (73,4%) e per chi non segnala i contatti in caso di test positivo al coronavirus.

La maggioranza degli intervistati (66,7%) ritiene poi che andrebbe multata anche la violazione dell'obbligo di indossare la mascherina nei luoghi previsti.

Gran parte degli intervistati ignora il distanziamento sociale

Diversa è la situazione quando si parla di regole sul distanziamento sociale, anche se sono state dimostrate essere più efficaci nel contenere la diffusione del contagio rispetto a una mascherina indossata male. Per il 67,9% degli intervistati, infatti, in questi casi non è necessaria una multa. Di questo avviso sono soprattutto gli under 35: in questa fascia d'età, tre partecipanti al sondaggio su quattro sono contrari a una pena pecuniaria (rispetto al 62,1% della fascia 36-55 e al 64,3% della fascia 56-74).

Tra chi è contrario alle multe, inoltre, è nettamente superiore la percentuale degli uomini (al 71,0% contro il 64,8% delle donne). "L'alta percentuale di contrari alle sanzioni è indice di grande responsabilità individuale. Segnala invece il contrario la mancanza di disciplina per quanto riguarda le misure di protezione non obbligatorie ma solo raccomandate", spiega Schneuwly.

Opinioni divergenti su una nuova chiusura delle frontiere

Le opinioni degli intervistati divergono quando si parla di una nuova chiusura delle frontiere nel caso in cui un intero Paese confinante dovesse essere inserito nella lista dei Paesi con obbligo di quarantena: la metà dei partecipanti al sondaggio crede che per i privati una chiusura temporanea delle frontiere sarebbe una misura sensata, mentre l'altra metà è contraria.

L'ipotesi di una chiusura delle frontiere trova un consenso decisamente maggiore nelle zone rurali (51,7%) che tra gli abitanti delle aree urbane (40%). Un chiaro rifiuto a una nuova chiusura delle frontiere viene poi da chi ha un livello di istruzione più elevato (48% contro il 40,6% delle fasce di popolazione con istruzione medio/bassa).

"Il significato economico delle frontiere aperte e il desiderio di viaggiare sono nettamente più spiccati tra gli abitanti delle città che tra la popolazione rurale. Come per altri temi politici, la frattura tra Svizzera tedesca e Svizzera romanda è meno profonda di quella tra città e campagne", conclude Schneuwly.

Metodologia

Il sondaggio rappresentativo è stato condotto nel mese di agosto 2020 dall'istituto di ricerche di mercato Innofact, su incarico di comparis.ch, e ha coinvolto 1'041 persone in tutte le regioni della Svizzera.

Maggiori informazioni:
Felix Schneuwly
Esperto di assicurazione malattia
Telefono: 079 600 19 12
E-Mail:  media@comparis.ch
comparis.ch


Chi è comparis.ch
Con oltre 100 milioni di visite all'anno, comparis.ch è uno dei siti web svizzeri più utilizzati. L'azienda confronta tariffe e prestazioni di casse malati, assicurazioni, banche e gestori di telefonia e presenta la più grande offerta online di auto e immobili in Svizzera. Grazie ad ampi confronti e valutazioni esaustive, Comparis porta trasparenza sul mercato, rafforzando così il potere decisionale dei consumatori. Fondata nel 1996 dall'economista Richard Eisler, l'impresa con sede a Zurigo oggi conta circa 180 dipendenti.
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