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Media Service: Deplorata la «Schweizerzeit»: Un'accusa non fondata (Presa di posizione 51/2017)
Ein Dokument
Bern (ots)
Parti: Fachstelle für Aids- und Sexualfragen St. Gallen-Appenzell c. «Schweizerzeit»)
Tema: Rispetto della verità / Le fonti dell'informazione / Accuse concretamente ingiustificate / Discriminazione
Reclamo parzialmente accolto
Riassunto
Il Consiglio svizzero della stampa ha accolto un reclamo contro il quindicinale «Schweizerzeit». Nell'articolo: «'Falschsexuelle' im Klassenzimmer» è accertata la violazione del dovere di rispetto della verità. Inoltre, l'autore ha alterato una citazione.
Il periodico aveva pubblicato il 14 luglio 2017 un vivace articolo con cui si denunciava l'intervento crescente nelle scuole pubbliche di «gruppi di pressione LGBT». Secondo l'autore, «la negazione della distinzione tra i sessi e della eterosessualità è ormai diventata opinione comune della pedagogia sulla sfera sessuale». Contro l'articolo ha presentato reclamo al Consiglio della stampa l'Ufficio di consulenza per l'aids e le questioni sessuali dei Cantoni di San Gallo e Appenzello. L'articolo offrirebbe un'immagine distorta dell'insegnamento sulla sfera sessuale. Inoltre, con la frase «è in atto a porte chiuse (hinter geschlossene Türen) un radicale indottrinamento gender» si insinua una falsità. In realtà,«i docenti, le scuole, e quando lo chiedono anche i genitori, sono informati circa i contenuti e gli scopi di queste visite».
Il Consiglio della stampa è giunto alla conclusione che il termine «hinter geschlossene Türen» non ritrae fedelmente la realtà e trae in inganno il lettore: il Dizionario Duden, del resto, traduce il termine: «in segreto». L'autore insinua dunque con questo termine che nelle classi avvenga qualcosa di oltraggioso o di vietato.
La Dichiarazione dei doveri e dei diritti impegna il giornalista a non omettere elementi informativi importanti. Cancellando un tratto da una citazione, l'articolo ha violato anche questa prescrizione: il parere riportato risulta infatti alterato e inasprito. Non è riconosciuta invece l'accusa di discriminazione, sostenuta dal reclamo.
Il Consiglio della stampa reagisce infine all'affermazione dell'ex consigliere nazionale democentrista Ulrich Schüler, nel senso che il reclamo sarebbe «un atto contro la garanzia costituzionale della libertà di stampa e di opinione». Il Consiglio è un organo riconosciuto dai media svizzeri e dalle associazioni di categoria. Ha il compito di difendere la libertà di stampa, in quanto tutore della deontologia professionale, e offre al pubblico la possibilità di sollecitare una presa di posizione quando si senta in qualche modo trattato in modo sleale da un organo di stampa.
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