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Respinto reclamo contro "Corriere del Ticino"
Casi di abuso nella Chiesa: indicare per nome il sacerdote era giustificato
Berna (ots)
Parti: X. c. "Corriere del Ticino"
Tema: Identificazione
Reclamo respinto
Riassunto
Il "Corriere del Ticino" (CdT) ha pubblicato un articolo relativo a un ecclesiastico condannato per abusi sessuali diversi anni fa. Del suo caso si è occupato anche uno studio dell'Università di Zurigo sui casi di abusi all'interno della Chiesa cattolica. Una delle vittime di tali abusi ha in seguito contattato il CdT perché si è riconosciuta nelle descrizioni di detto studio. La donna ha riferito al CdT degli abusi subiti, ma non ha fornito il nome del suo seviziatore. Il CdT ne ha reso noto il nome di propria iniziativa. Il sacerdote, scomparso da alcuni anni, nel passato era stato una personalità riconosciuta e un rinomato compositore e interprete di musica sacra. Contro l'articolo del CdT è stato presentato un reclamo. Il reclamante voleva sapere se la pubblicazione del nome fosse giustificata in termini di etica dei media. In linea di principio, la "Dichiarazione" richiede che non vengano riportate informazioni identificative, anche se le persone hanno commesso un reato grave. In casi eccezionali, il nome può essere comunque menzionato, in particolare se esiste un "interesse pubblico prevalente". In questo caso, il Consiglio della stampa ha ritenuto che vi fosse un interesse pubblico prevalente. È innegabile che la Chiesa cattolica abbia cercato per anni di occultare la questione degli abusi sessuali.
Il Consiglio della stampa constata che "In questo contesto è importante creare trasparenza e sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo a tali reati, così da prevenire, per quanto possibile, che in futuro se ne verifichino di nuovi. Nello specifico, nominare il sacerdote può incoraggiare altre vittime a farsi avanti, permettendo di riconoscere e affrontare in tutta la sua portata il sistema di abusi".
Presa di posizione 51/2024
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