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Nuovi passi della Confederazione a favore dell'integrazione degli stranieri

Berna (ots)

25.06.2003. Il Consiglio federale vuole rafforzare
l'integrazione delle persone immigrate. È lo scopo perseguito 
dall'ordinanza sull'integrazione degli stranieri nella sua versione 
riveduta che affida all'IMES nuovi compiti di coordinamento. Anche 
la proposta di introdurre, nell'ordinanza che limita l'effettivo 
degli stranieri, un termine di cinque anni per il ricongiungimento 
familiare è intesa quale provvedimento volto a favorire 
l'integrazione. Mercoledì, il Consiglio federale ha posto in 
consultazione ambo i progetti di revisione.
Il Consiglio federale considera la politica d'integrazione un tipico 
compito pluridisciplinare comprendente l'integrazione scolastica, 
professionale, sociale e giuridica. In avvenire, le strutture 
statali dovranno tenere maggiormente conto dell'aspetto integrativo 
e collaborare insieme. Ciò necessita un coordinamento vincolante e 
trasparente. La proposta, avanzata dal testo riveduto dell'ordinanza 
sull'integrazione degli stranieri, di conferire all'Ufficio federale 
dell'immigrazione, dell'integrazione e dell'emigrazione (IMES) una 
funzione di coordinamento dei compiti rilevanti per l'integrazione, 
costituisce pertanto un'importante novità.
Detto coordinamento riveste due dimensioni: tra i singoli 
dipartimenti e uffici federali, da una parte, e tra Confederazione, 
Cantoni e i principali Comuni, dall'altra. In questo contesto, i 
Cantoni sono tenuti a designare dei servizi che fungono da 
interlocutori nelle questioni legate all'integrazione.
Va viepiù affermandosi anche nella prassi l'opinione secondo cui 
l'integrazione costituisce un processo reciproco e le prestazioni 
statali a tale scopo vanno di pari passo con la disponibilità delle 
persone straniere a integrarsi. Secondo l'avamprogetto, pertanto, 
una buona integrazione o l'assenza di sforzi integrativi può 
influire positivamente o negativamente nell'ambito del potere 
discrezionale delle autorità. Con ciò è possibile onorare, alla 
stregua di prestazioni proprie, gli sforzi delle persone straniere 
che hanno appreso una lingua nazionale o hanno colto le possibilità 
di formazione offerte.
D'ora in poi, anche le persone rientranti nel settore dell'asilo che 
dimorano a lungo in Svizzera possono beneficiare delle prestazioni 
nel settore dell'integrazione. Il ruolo dei Cantoni nella 
concessione degli aiuti finanziari è rafforzato dal momento che 
potranno partecipare maggiormente all'esame delle domande di 
sussidio.
Ricongiungimento familiare entro cinque anni
Anche la prevista revisione dell'ordinanza che limita l'effettivo 
degli stranieri favorisce l'integrazione e concretizza una 
pertinente decisione del Parlamento nella legge federale concernente 
la dimora e il domicilio degli stranieri (LDDS). Detta revisione 
prevede l'introduzione di un termine massimo per il ricongiungimento 
familiare di persone titolari di un permesso di dimora. Quest'ultime 
possono farsi raggiungere dai loro congiunti solo nei primi cinque 
anni dalla loro entrata in Svizzera; in casi di rigore sono 
possibili eccezioni. Il ricongiungimento più tempestivo possibile 
dei figli in età prescolastica e scolastica contribuisce a offrire 
loro buone opportunità nel mondo del lavoro e migliora la loro 
integrazione in ambito formativo e professionale.
Ulteriori informazioni
Mario Tuor, servizio d'informazione IMES, tel. 031 324 31 50

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