Département fédéral des finances
Rapporto Montebourg: ampio e ingiustificato attacco
Berna (ots)
Un rapporto di una missione d'informazione parlamentare francese critica parecchi aspetti della legislazione e prassi svizzere di lotta contro il riciclaggio di denaro. Il rapporto giudica gli sforzi sostenuti dalla Svizzera nella lotta contro la delinquenza finanziaria ma lo fa in modo unilaterale e in parte polemico. Sul ruolo avanguardistico ricoperto dalla Svizzera rispetto ad altri Paesi nella lotta contro il riciclaggio di denaro nel settore non bancario non viene detto nulla. Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) respinge tutte le accuse di lassismo nella lotta contro il riciclaggio di denaro. Relativizza inoltre l'importanza e l'eloquenza di rapporti di questo genere e precisa che le conclusioni dei parlamentari francesi sono in contraddizione con le constatazioni di organismi internazionali. Questi ultimi hanno infatti attestato che in Svizzera la lotta contro il riciclaggio di denaro ha raggiunto uno standard elevato.
Il rapporto è stato redatto dopo due visite effettuate in Svizzera da una delegazione di parlamentari francesi nei mesi di settembre del 1999 e del 2000. Per questa procedura, peraltro insolita, le autorità svizzere hanno dato tutta la loro disponibilità. Il rapporto non si fonda su un'analisi dettagliata degli strumenti svizzeri di lotta contro il riciclaggio di denaro, bens" mescola, in una valutazione parziale, aspetti pertinenti, erronei e in parte polemici di tutti i possibili temi riguardanti la piazza finanziaria svizzera. Un simile attacco discredita già di per sé il rapporto. Alla base dello stesso vi erano alcuni colloqui informali, che hanno avuto luogo con rappresentanti dell'amministrazione federale, di alcuni Cantoni e del settore privato.
Procedimento svizzero efficace
La Svizzera combatte con tutta fermezza la criminalità finanziaria e in particolare il riciclaggio di denaro. A questo scopo il Governo svizzero ha progressivamente introdotto una serie di misure efficaci intese a non accettare fondi illegali. Nell'ambito della lotta contro il riciclaggio di denaro, la Svizzera si impegna fermamente ad applicare le sue severe disposizioni in materia di prevenzione e di perseguimento penale. Già nel 1991 le banche sono state obbligate dalla Commissione federale delle banche (CFB) ad accertare l'avente economicamente diritto del conto nei casi di nuove aperture di conti e di conti esistenti.
In Svizzera tutti gli intermediari finanziari soggiacciono del resto alla legge sul riciclaggio di denaro in vigore dal 1998. Nel confronto internazionale, questa legge ha una portata particolarmente ampia e profonda in materia di lotta contro il riciclaggio di denaro. Essa copre un ampio ventaglio di professioni potenzialmente esposte alle attività di riciclaggio di denaro (avvocati, notai, uffici-cambio ecc.). Il dispositivo antiriciclaggio di questa legge disciplina l'ammissione e la vigilanza per mezzo di un'autorità di controllo, comprende obblighi speciali di diligenza (identificazione del beneficiario economico, obbligo di chiarificazione delle transazioni, obbligo di allestire e di conservare documenti), l'obbligo di dichiarare sospetti nonché sanzioni in caso d'infrazioni. Nel 1999 e 2000 in Svizzera mediamente circa il 70 per cento delle dichiarazioni sono state trasmesse alle autorità penali (1999: 198 di 303 dichiarazioni = 65,4%; 2000: 223 di 311 dichiarazioni = 71,3%). [In Francia solo il 7%, in media, delle dichiarazioni ha avuto un seguito penale (1999: 129 di 1655 dichiarazioni = 7,8%; 2000: 156 di 2500 dichiarazioni = 6,2%)]. Sebbene in Svizzera vengano presentate meno dichiarazioni, queste hanno però conseguenze di gran lunga più significative che altrove. Molto spesso la lotta contro il riciclaggio di denaro avviene nel quadro dell'assistenza giudiziaria internazionale. Ciò evidenzia l'efficienza del sistema svizzero.
Legge svizzera esaustiva
Come succede per l'applicazione di ogni nuova legge, l'introduzione del dispositivo antiriciclaggio incontra qualche difficoltà nella fase d'avvio. Nella fattispecie l'esperienza ha mostrato che l'effettivo di personale dell'autorità di controllo incaricata di applicare la legge antiriciclaggio nel caso degli "altri" intermediari finanziari - vale a dire i fornitori di servizi finanziari per i quali la Commissione federale delle banche e l'Ufficio federale delle assicurazioni private non sono competenti - non è ancora sufficiente. Pertanto, è stata adottata (e comunicata) una serie di misure con lo scopo di aumentare gli effettivi in seno all'autorità di controllo, rafforzare la sua posizione nell'amministrazione e migliorare la collaborazione con gli organismi di autodisciplina. Le note difficoltà che devono ancora essere superate a livello di applicazione riguardano solo una piccola parte del settore finanziario che, nella maggior parte dei Paesi europei (in Francia, ad es. le professioni giuridiche, avvocati, notai ecc. sono di recente stati tolti dal progetto di legge che intendeva sottoporli agli obblighi antiriciclaggio), non è ancora stata oggetto di una regolamentazione cos" approfondita. Per contro, l'applicazione della legislazione non pone problemi nei settori di più ampia rilevanza economica, come il settore delle banche, dei commercianti di valori mobiliari e delle assicurazioni. Segnatamente nell'applicazione sistematica del principio del "know-your-customer" la piazza finanziaria svizzera è da molto tempo all'avanguardia. In questi e in altri punti il rapporto sfonda quindi porte aperte.
In occasione della sua ultima valutazione effettuata nel 1998 la "Financial Action Task Force" (FATF) ha giudicato positivamente gli strumenti normativi svizzeri e certificato la loro conformità al livello degli standard internazionali. Quale Paese fondatore della FATF la Svizzera ha da sempre partecipato attivamente ai lavori e contribuirà anche in futuro al perfezionamento di questi standard nonché alla lotta contro la criminalità finanziaria internazionale.
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