Riapertura del Museo Vela; Intervento di D. Streiff, UfC
Ligornetto (ots)
Noi tutti abbiamo atteso questo momento con impazienza: le visitatrici e i visitatori abituali del museo, gli abitanti della zona, la direzione del museo e noi a Berna, in particolare l'Ufficio federale della cultura insieme alla Sezione belle arti e arti applicate, che gestisce il Museo Vela e le sue collezioni, e l'Ufficio federale delle costruzioni e della logistica in qualità di committente.
Sono lieto di avere il gradito compito di aprire oggi, in anteprima per i rappresentanti della stampa, quella che è stata una residenza di artisti, ritornata a nuovi splendori e dotata di una veste nuova. Nuovi splendori dovuti al suo risanamento, alle opere d'arte accuratamente restaurate che essa custodisce - nuova veste grazie alla sua impostazione fondamentalmente diversa. Lo spazio che renderemo nuovamente accessibile al pubblico nel corso del prossimo fine settimana non è più soltanto una semplice casa di artisti - dono di un artista autorevole dell'Ottocento, la cui fama è pur sempre visibile e tangibile, forse solo un po' sbiadita nel corso degli anni - ma un vero e proprio museo in sintonia con le esigenze odierne e che si inserisce perfettamente nel paesaggio dei musei gestiti dalla Confederazione. Ma desidero mettere in rilievo anche il fatto che il Museo Vela è stato da sempre un "satellite" della Confederazione all'interno del paesaggio museale ticinese. Solo ora, nella sua nuova veste, sarà operativo a tutti gli effetti e ci permetterà sia di incentivare la cooperazione con l'Italia che di garantire la sua funzione di collegamento tra il Ticino e noi oltregottardo.
Quali sono le finalità di un museo, che cosa è in grado di offrire un museo oggi, nella società dell'informazione e del tempo libero, nell'era del turismo artistico e culturale, delle visite virtuali ai musei? Qual è la sua funzione odierna e come può imporsi di fronte all'offerta culturale e artistica sempre più ricca?
Negli ultimi decenni i musei sono radicalmente cambiati, trasformandosi da luoghi di istruzione e di stimoli intellettuali in luoghi di svago e di ricreazione, con eventi a ritmo costante. È avvenuta un'apertura auspicabile verso il pubblico e le sue esigenze, in grado di limitare le esitazioni a varcarne la soglia. Insomma, sono diventati più popolari. Lo si denota tra l'altro dal grande successo di numerosi musei con le loro mostre che richiamano un pubblico numeroso quanto eterogeneo. Ma lo si può rilevare facilmente anche dall'abbinamento, senza troppe pretese, della cartolina artistica e del sofisticato catalogo d'arte, della maglietta, dell'ombrello e a di altri gadget acquistabili nei bookshop dei musei, che rispecchiano la composizione del pubblico del museo in tutta la sua eterogeneità. I musei odierni come luoghi in cui convergono arte, cultura, interessi commerciali e intenti comunicativi? Centri dell'infotainment, parchi dei divertimenti? I musei come elementi di un contesto culturale, il cui fine consiste essenzialmente nell'ottenimento di determinate quote di mercato?
Ma consentitemi di accennare anche all'importanza che questa evoluzione ha per il posizionamento e l'attività dei musei gestiti dalla Confederazione e per la sua politica culturale. Stando al mandato, i musei della Confederazione sono essenzialmente luoghi destinati alla conservazione, alla ricerca, alla scienza e all'istruzione, dove la valorizzazione delle collezioni, delle connessioni storiche, culturali, artistiche e sociali e la loro valenza per lo sviluppo e la coesione del nostro paese assumono un ruolo essenziale. In tal senso, l'Ufficio federale della cultura intraprende quanto è in suo potere per adibire i suoi istituti a centri di comunicazione e di scambi. Li dota di tutti quei congegni ed equipaggiamenti disponibili al giorno d'oggi - dalle visite guidate mediante cuffia, alle informazioni supportate dal computer, all'elaborazione didattica delle sue collezioni - per renderli istituzioni aderenti alle esigenze odierne degli utenti. La qualità che li caratterizza deve essere sottolineata dall'impiego consapevole e dalla valorizzazione appropriata delle collezioni e deve diventare un marchio di distinzione dei musei federali. Raggiungere il pubblico anche in un contesto decisamente competitivo come quello attuale - l'offerta culturale è in costante espansione in tutti i settori dell'arte e della cultura, sia nei centri urbani che nelle zone rurali - è certamente una sfida per i musei della Confederazione. Si tratta quindi di presentare le collezioni e le mostre in modo convincente e aderendo alle esigenze del pubblico di oggi, senza tuttavia limitarsi ad attività scontate oppure adeguarsi alle ultime tendenze.
Per affrontare questi nuovi compiti, negli anni Novanta la Confederazione ha ristrutturato i musei esistenti e ne ha costruiti di nuovi. In questo modo ha soddisfatto le nuove esigenze (risanamenti, ampliamento di spazi, infrastrutture aggiornate), migliorato costantemente la qualità e predisposto i suoi istituti per affrontare meglio le sfide del futuro. Il Museo Vela rappresenta per cos" dire la conclusione, almeno per il momento, prima di aprire il nuovo cantiere del Museo nazionale svizzero a Zurigo, di tutta questa serie di lavori. Con le sue collezioni sapientemente restaurate, le sue mostre temporanee concepite e realizzate con cognizione di causa sono certo che esso andrà ad occupare uno spazio speciale nel paesaggio museale elvetico, riuscendo a coinvolgere ed entusiasmare il pubblico e ad offrire un luogo di lavoro e di studio ideale per i ricercatori e gli artisti. Per la Confederazione è indubbiamente - non da ultimo grazie alla sua ubicazione - una vetrina particolarmente importante ed attraente della sua politica culturale.
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Ufficio federale della cultura UFC