L'aiuto alle vittime di reato otto anni dopo l'entrata in vigore della LAV
Berna (ots)
Nel 2000, nei 65 consultori riconosciuti per vittime di reati sono state effettuate circa 16'000 consultazioni in base alla legge federale concernente l'aiuto alla vittime di reati (LAV); nel 1993, anno della sua entrata in vigore, erano state solo 2000. Questa legge assicura alle vittime di reati e ai loro congiunti consulenza, protezione e tutela dei propri diritti nei procedimenti penali nonché un indennizzo finanziario e una riparazione morale. La maggior parte delle persone assistite sono vittime di rapporti violenti e circa la metà di tutte le consulenze concerne la violenza nell'ambito familiare. E' quanto emerge dalla nuova statistica dell'aiuto alle vittime di reati, realizzata dal 2000 dall'Ufficio federale di statistica (UST).
La presa di contatto con un consultorio per vittime di reati avviene da parte della stessa vittima, di una persona competente, della polizia o organo giudiziario o di una persona di fiducia della vittima. La polizia e le autorità incaricate dell'azione penale sono obbligate ad informare la vittima sull'aiuto alle vittime di reati.
L'aiuto alle vittime raggiunge un settore di violenza in cui le vittime sono in prevalenza donne e bambini e che non sempre è noto alla polizia e alla giustizia. In effetti, solo in circa un terzo dei casi di consulenza trattati è stato avviato un procedimento penale, per lo più in relazione a omicidi o tentativi di omicidio (80% di questi casi), mentre raramente è stata intrapresa un'azione penale nei casi di violazione dell'integrità sessuale di fanciulli (31%).
Vengono assistite le vittime stesse e anche i loro congiunti. Fra tutti i casi registrati, il 39% delle consultazioni era stato motivato soprattutto da una violazione dell'integrità sessuale (di minori: 23%, altri: 16%) e da lesioni personali (34%). Per una percentuale nettamente inferiore si è trattato di vittime della circolazione stradale (8%) o vittime in relazione a omicidi (3%). Poco più di tre quarti delle vittime sono donne e la metà di tutte le persone assistite hanno meno di 30 anni.
La natura e la durata degli aiuti varia secondo i bisogni delle vittime. Gli aiuti più frequenti consistono in prestazioni di natura psicologica, sociale e giuridica (consulenze dirette o mediante servizi specializzati). E' tuttavia di una certa importanza anche la mediazione in fatto di alloggio di emergenza e prestazioni finanziarie.
Il ricorso ai consultori per vittime di reati varia da Cantone a Cantone: se a livello svizzero si effettuano 236 consulenze ogni 100'000 abitanti, si collocano sopra questa media i Cantoni di Lucerna, Zurigo, Basilea Città e Basilea Campagna, Berna, Neuchâtel e Sciaffusa.
Indennizzo e riparazione morale secondo la legge concernente l'aiuto alle vittime di reati
Le richieste di indennizzo finanziario e di riparazione morale sono state circa 900, provenienti per lo più da vittime di lesioni personali (35%); il 31% delle richieste sono state avanzate da vittime di delitti sessuali e il 19% da vittime di tentato omicidio o di congiunti di vittime di omicidi. I casi di violenza in ambito familiare sono state relativamente meno frequenti (33% delle richieste) e si può notare che tra gli uomini la percentuale dei richiedenti è stata superiore a quella dei richiedenti l'assistenza di un consultorio (36%, rispettivamente 24%).
Sono state riconosciute 205 richieste d'indennizzo per un totale di 1'435'000 franchi; la metà delle prestazioni non superava i 2'400 franchi e il 90% di esse si situava sotto i 13'000 franchi. Le riparazioni morali sono state riconosciute in 564 casi per complessivi 7'000'000 di franchi. La metà delle prestazioni concesse si situavano sotto gli 8'000 franchi e tre quarti degli importi non superavano i 16'000 franchi.
Per ulteriori informazioni si rimanda al sito Internet dell'UST all'indirizzo http://www.statistique.admin.ch
Contatto:
Renate Storz,
UST, Sezione diritto e giustizia
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