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Discours Suisse - Paradisi fiscali: Romandia, l'importante è che vengano in Svizzera

Berna (ats)/ (ots)

Il dibattito fiscale nella Svizzera romanda
non è molto acceso. Fra gli addetti ai lavori regna la discrezione. 
Philippe Kenel, avvocato con uffici a Losanna e Ginevra, offre 
consulenza a stranieri che si trasferiscono in Svizzera per pagare 
meno tasse: per poterne approfittare - afferma - bisogna avere un 
patrimonio di almeno 6 milioni di franchi.
Una volta scelta Svizzera, per i clienti un cantone o l'altro non 
fa molta differenza dal punto di vista finanziario. "I francesi danno
la preferenza a Ginevra, mentre inglesi e russi preferiscono il 
Vallese", osserva l'avvocato.
È comunque chiaro che senza i forfait fiscali nessuno verrebbe in 
Svizzera. La tassazione a compenso fisso è riservata ai cittadini 
stranieri che eleggono la residenza in Svizzera senza esercitarvi 
un'attività lucrativa. In questi casi, l'imposizione non è fissata in
base al reddito e alla sostanza, ma dipende dal tenore di vita.
La metà circa dei clienti di Philippe Kenel scelgono il canton 
Vaud. Il cantone sul lago Lemano è quello che conta il maggior numero
di stranieri che godono di un forfait fiscale (1197 nel 2008), 
seguito a ruota dal Vallese (1005). Se si tiene conto del gettito, 
Vaud è sempre in testa alla classifica (con 169 milioni di imposte 
incassate dal cantone, dai comuni e dalla Confederazione), ma al 
secondo posto si piazza Ginevra (155 milioni di franchi).
In Vallese - dove il gettito complessivo raggiunge i 45 milioni di
franchi - si nega qualsiasi tentativo di guadagnare posizioni. "Non 
c'è nessuna politica attiva in questo senso", dichiara Serge Sierro, 
ex consigliere di Stato vallesano (PLR) e avvocato che a sua volta 
offre consulenza a ricchi stranieri. "Chi vuole venire è benvenuto", 
aggiunge.
Zermatt o Montreux - l'importante è che sia la Svizzera. "Dobbiamo
rimanere competitivi a livello internazionale", dice il consigliere 
agli Stati vallesano Jean-René Fournier (PPD). Alcuni cantoni sono 
pronti a ridurre la pressione fiscale in modo eccessivo "ma non è il 
caso fra i cantoni romandi".
C'è posto per tutti
"C'è posto per tutti", dice anche la portavoce dell'Ufficio delle 
imposte vodese Isabel Balitzer-Domon. L'addetta stampa sembra 
abituata a mettere in bella luce i forfait fiscali: senza di essi - 
afferma - il cantone si sarebbe lasciato scappare l'anno scorso 86 
milioni di franchi. A fronte di entrate complessive per 7,7 miliardi 
di franchi e di un gettito fiscale che ha superato di quasi 400 
milioni il preventivo, la cifra potrebbe sembrare modesta.
La tassazione forfettaria ha però portato anche 38 milioni di 
franchi nelle casse dei comuni e 45 milioni alla Confederazione. Gli 
stranieri che godono dei forfait fiscali versano inoltre a livello 
nazionale circa 60 milioni di franchi di IVA.
"Ingvar Kamprad è un caso particolare", prosegue la portavoce. Il 
multimiliardario proprietario di Ikea è infatti noto per la sua vita 
spartana. "Anche chi usufruisce di un forfait fiscale può vivere in 
una casa modesta", osserva in proposito la Balitzer-Domon. In questo 
caso pagherà anche meno tasse, visto che la tassazione forfettaria 
corrisponde generalmente ad almeno cinque volte l'affitto o il valore
locativo dell'abitazione del contribuente.
Brutto segnale da Zurigo
Il sistema potrebbe però cambiare. In una riunione tenuta alla 
fine di maggio, la Conferenza dei direttori cantonali delle finanze 
(CDF) si è schierata all'unanimità a favore dei forfait fiscali, ma 
ha pure dato mandato alla Commissione per l'armonizzazione fiscale di
approntare modifiche. La decisione di Zurigo, che in febbraio ha 
abolito in votazione i forfait per i ricchi stranieri, "è un segnale 
pericoloso verso l'esterno", dichiara l'avvocato Philippe Kenel.
Nella Svizzera romanda la sinistra dovrebbe avere più difficoltà a
far passare una simile iniziativa. "Da noi i forfait fiscali sono 
meglio accettati perché le entrate generate sono più importanti", 
dichiara Stefan Hostettler, segretario politico del PS per le 
questioni fiscali.
Anche dal PPD arrivano argomentazioni analoghe. Per l'UDC non 
esiste invece alcuna differenza sull'argomento fra le regioni 
linguistiche, mentre il PLR sottolinea che il "dibattito 
dell'invidia" della sinistra è in voga soprattutto nella Svizzera 
tedesca.
Nella Svizzera romanda il dibattito è meno acceso anche perché 
"non ci sono cantoni con una funzione di centro", osserva da parte 
sua il presidente del consiglio degli Stati Alain Berset (FR/PS). Per
la "senatrice" ginevrina Liliane Maury Pasquier (PS) la motivazione è
invece molto più semplice: "La gente da noi ha altri problemi".

Contatto:

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